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LA VARIANTE DEL P.R.G. RIGUARDO L’ASSETTO E LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE CENTESE

Un po’ di storia per comprendere le cause del degrado del territorio

E’ vero che da quando il Comune di Cento si è dotato del P.R.G. (1990) l’indice edilizio è rimasto lo stesso, ma è anche vero che le zone con indice edilizio elevato sono state, inizialmente, comprese in comparti quasi completamente esauriti e la possibilità edificatoria è stata limitata a lotti prevalentemente di piccole dimensioni.

Tale realtà, accompagnata da una diversa congiuntura economica e da una legislazione che affidava il potere discrezionale direttamente agli amministratori (allora le concessioni le firmava il sindaco, sentito il parere obbligatorio della commissione edilizia), ha reso meno appetibili e dimensionati gl’interventi edilizi nelle zone B, pertanto, in quel periodo, non si sono costruiti molti grossi fabbricati.

A differenza dell’epoca del primo P.R.G., descritto prima, quando si è insediata l’Amministrazione Fava sono intervenute modifiche alla legislazione nazionale che hanno sottratto alla parte politica (sindaco ed amministratori) il potere discrezionale e la valutazione obbligatoria della commissione edilizia.

Le Amministrazioni del sindaco Fava con diverse modifiche del P.R.G., hanno reso edificabili, mediante intervento edilizio diretto (ossia semplice concessione edilizia), diversi terreni, anche di grandi dimensioni (citiamo per esempio quello sotto l’antenna telefonica di via Penzale, perché è in corso di realizzazione, ma ve ne sarebbero diversi altri dei quali alcuni in programmazione e nelle frazioni).

Tali aree, originariamente prive delle urbanizzazioni, sono state rese immediatamente edificabili, perciò senza un progetto di lottizzazione, senza nessuna valutazione sull’impatto che avrebbero avuto nel territorio e senza nessun intervenuto d’integrazione, non solo dei servizi, ma anche degli impianti, delle forniture d’energia e, soprattutto, delle fognature; senza che siano state imposte quantità minime o regole per il verde e per le superfici permeabili (non citiamo quelle per la salute dei futuri abitanti, dovuto alle emissioni elettromagnetiche dell’antenna telefonica, tema sul quale dovremo fare specifici approfondimenti).

Diverse aree destinate a verde pubblico, inserite tra i quartieri dal vecchio P.R.G., sono state trasferite al di fuori del centro abitato e quei terreni sono stati resi edificabili direttamente: sono un esempio quelle di via Giordano, di via Bologna (nei pressi della caserma dei CC.), di via Giovannina, ecc., oggi sede di costruzione di complessi immobiliari.

Si sono resi edificabili terreni, anche lontano dai centri abitati (es. via Curato, angolo con via Reno Vecchio), qualcuno ubicato lungo strade bianche (es. via Adige), senza realizzare o nemmeno programmare interventi per le urbanizzazioni mancanti e per mitigare gl’impatti negativi, attraverso la fornitura di dotazioni ecologiche, ambientali, d’infrastrutture ed attrezzature collettive.

Sono stati perfino previsti nuovi insediamenti residenziali senza la prescrizione di nessuna dotazione di spazi a verde di quartiere e relativi parcheggi (vedi ad esempio l’espansione della zona di via Arno a Cento o di una parte della via Piave a Renazzo).

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