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COMUNICATO STAMPA

Liceo "Cevolani": chi ha contribuito al dissesto dell'edificio?


Risalgono al 1997 lavori di indebita "perforazione" del terreno su cui insiste il Liceo. Tali lavori di trapanazione in orizzontale sono stati fatti mentre le attività didattiche erano in corso. Intere classi (ospitate nella "casina")  uscirono terrorizzate all'aperto prese dal panico dovuto ad una serie di crepe che si erano improvvisamente aperte nella struttura. 

Successivamente, di fronte al perdurare del rischio strutturale,  il preside Presilla protestò vivacemente con gli amministratori comunali (che sono gli stessi  di adesso) per l'inadeguatezza degli interventi. Si arrivò ad una temporanea chiusura per inagibilità della "casina" e ad un controllo delle crepe nell'edificio principale. 

Le proteste per  il fatto che l'edificio fosse stato indebitamente oggetto di sollecitazioni strutturali da parte di un'impresa privata (che costruiva a  fianco dello stesso dei garage sotterranei) senza immediato intervento degli amministratori comunali, furono portate avanti dal Collegio docenti, dai genitori (in una affollata assemblea), dagli studenti, dal personale della scuola.

Più volte negli anni successivi la Rappresentanza Sindacale Unitaria ha preso posizione sul tema della necessaria ristrutturazione dell'edificio e della sua destinazione a luogo di studio. Si legge in un documento della RSU (tuttora consultabile sul sito del Liceo) : "Riteniamo che oggi sia compito degli amministratori comunali definire una prospettiva di ricongiunzione in un'unica sede di tutti gli studenti liceali, tenendo anche conto del fatto che la Provincia ha costruito in via Rigone un edificio complessivamente non adeguato alle esigenze del Liceo."

 Come risultato di questa serie di sollecitazioni nel 2002  si è tenuto un consiglio comunale straordinario per sollecitare un tavolo unico di programmazione per coordinare le disponibilità dell’ente proprietario (Patrimonio), dell’ente responsabile per l’edilizia scolastica (Provincia) e di tutti gli altri soggetti interessati per l’aspetto culturale, economico, finanziario, sociale.

Riteniamo che non si possa attribuire unicamente a cause "geologiche" l'attuale situazione di dissesto dell'edificio, e che si debbano compiere tutti i passi necessari per la restituzione alla città e allo studio dell'edificio ristrutturato.

L'amministrazione "civica", allora come oggi, ha dimostrato di anteporre gli interessi di pochi (e potenti) agli interessi della cittadinanza. Ci auguriamo che le priorità poste in essere dalla giunta "civica" - vale a dire la  trasformazione del centro storico in una specie di "carnevalodromo" e la consegna del territorio alla speculazione edilizia - non siano quelle sentite e richieste dai  Centesi. Riteniamo necessaria una svolta elettorale che consenta di rovesciare la situazione e fare di Cento prima di tutto un luogo di studio, di lavoro e di vita sostenibile. 

Cento, 15 dicembre 2005 

La sezione di Cento del Partito dei Comunisti Italiani