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Nidi comunali

I nidi nel Comune sono 3, per un totale di 162 posti, e non è previsto alcun ampliamento dell'offerta fino al 2006 (fonte: Comune di Cento - Relazione previsionale 04-06).

dati  2002/03

età in mesi

residenti età anagrafica

13-24 

242

25-36

283

La media annua di nati residenti è di 175 unità, bisogna anche tenere presente che nel 2003 i nati all'ospedale di Cento (con un bacino di utenza che coinvolge i comuni vicini) sono stati  646, di cui il 17% extracomunitari. 

Nel 2003 era prevista la realizzazione di un nido a Renazzo su area ceduta da privati a scomputo degli oneri di urbanizzazione (fonte: Comune di Cento - Relazione previsionale 2003).

Secondo La Nuova Ferrara (19.02.04) la sindaca "civica" Bregoli ha garantito che i genitori dei 174 bambini ospitati nei nidi centesi non sborseranno più di 300 euro mensili al massimo per la tariffa di questo servizio a domanda individuale, mentre il nido costerebbe al Comune (compresi i costi indiretti) 1000 euro mensili a posto. La sindaca è andata un po' larga: nelle previsioni 2003 (fonte: Comune di Cento - Relazione previsionale bilancio 2003) la voce "asili nido" contemplava 1.020.218 euro di spese, e 286.314 di entrate (il 28,36%). Il costo diretto dovrebbe quindi essere stato, per il comune (cioè senza considerare il costo coperto dai genitori), di 733.904 euro, per un costo mese per i 174 bambini di 352 euro, e non di 1000! Il Comune coprirà per il 2004 anche le minori entrate della gestione associata Servizi sociali Alto Ferrarese (per il 2004 200 mila euro in meno per i 5 comuni coinvolti).  

 

 

 

Nidi come base del sistema formativo italiano 

Un altro stravolgimento operato dalla controriforma Moratti riguarda il NIDO, che con la legge 1044/71 era entrato a far parte del sistema formativo del nostro paese. Finanziato dallo Stato, programmato dalle Regioni e gestito dai Comuni ha costituito negli ultimi 20 anni la casa e una "qualitativa abitabilità educativa" (così Franco Frabboni, su l'Unità 8 luglio 2003) per i bambini della fascia 0-3 anni, specie nel Nord Italia e in particolare in Emilia-Romagna.

E' in questa fase (prima infanzia) che si gettano le basi della socializzazione, delle strutture del comunicare e del pensare. Chi è fuori dal nido rischia di cadere nel semplicismo della tv e dei video-giochi (che attraverso la predominanza del mezzo visivo, impediscono lo sviluppo articolato di tutta la comunicazione grafica, gestuale, manipolativa, musicale) .

Ora la controriforma Moratti, lungi dal valorizzare il nido come indispensabile esperienza educativa, ne ipotizza la fuoriuscita nido già a 2 anni e mezzo. Nello stesso tempo esalta il valore educativo della famiglia, in contrapposizione al nido.

Il Comune di Bologna, sulla linea guazzalochiana civico-berlusconiana, pensa di risolvere il problema delle liste d'attesa sovraccaricando di 2 bambini ogni sezione (rispetto agli standard di legge) e facilitando la permanenza in famiglia dei bambini esclusi dal nido. Ma - osserva Frabboni - nessuna teoria psicopedagogica sorge dal concetto che "i bambini stanno meglio a casa". 

E la giunta "civica" Bregoli cosa intende fare per risolvere il problema delle liste d'attesa? Nega la soluzione di costruire altri asili nido in centro (ne è previsto uno a Renazzo), dà invece in appalto la gestione del  nido S. Liberata, scelta che trova la motivata opposizione degli operatori. Una soluzione potrebbe essere quella che suggerisce Frabboni: investire nei nidi, considerati come "centro" di un sistema che preveda anche "micronidi" e sottosistemi (monitorati e controllati istituzionalmente, magari con accordi che coinvolgano la Facoltà di Scienze della Formazione, e il Liceo per attività di stage) quali i centri-gioco, i centri-famiglia, gli asili  di condominio.

Speriamo non prevalga la logica Moratti, di "uscita" anticipata dal nido, motivata implicitamente dal fatto che il passaggio dal nido alla scuola d'infanzia comporta una minora spesa da parte dei genitori. Purtroppo le indicazioni che si possono trarre dalle iscrizioni recentemente chiuse, ci dicono che a richiedere l'anticipo sono soprattutto le famiglie più deboli, gli extracomunitari o -  è il caso di alcune città del Sud prive di nidi - le famiglie che non possono usufruire del servizio di assistenza scolastica costituito dal nido.

Secondo dati 2000 ( (vedi dati sul welfare in E.Romagna) l'incidenza percentuale dei posti nido (sulla popolazione di riferimento 0-3 anni) in E.Romagna è del 10,7% (media italiana 7,8%).

.........................aggiorn. 01.12.04.............................