Nel settembre '19, in risposta all'appello di Mussolini direttore del "Popolo d'Italia" qualche centinaio di sottoscrittori raccoglie "parecchie migliaia di lire" a sostegno dell'impresa eversiva di D'Annunzio che aveva occupato Fiume (PIRANI 1998, 221). Un altro momento di aggregazione delle destre fu rappresentato dalla reazione al decreto comunale del novembre '19 che proclamava festività il 7 novembre - data della rivoluzione russa. In tale occasione socialisti dissidenti, ex combattenti fecero affigger un manifesto di attacco alla giunta e di difesa della festività - appena decretata dal governo - del 4 novembre a celebrazione della vittoria nella grande guerra (PIRANI 1998,224).
1921
Il 27 febbraio 1921, durante la lotta per i patti agrari, un piccolo proprietario di Buonacompra, Napoleone Lenzi, padre di un fascista, fu ferito a morte da una pugnalata del bracciante Agostino Vitali (condannato a 20 anni), subito arrestato. La sera stessa i fascisti di Cento-Bondeno-Ferrara distrussero la sede della lega dei braccianti, facendo un falò in piazza di mobili, libri, registri, bandiere rosse e quadri di Lenin. Il 7 marzo '21 i fascisti di Bologna in spedizione punitiva a Pieve uccisero una donna, Angela Toni (furono incriminati Giuseppe Bianconi di Pieve e Vittorio Giorgi di Cento, assolti dalla corte d'assise di Ferrara il 26 aprile 1922), e quindi si diressero a Cento con l'intenzione di distruggere la Camera del Lavoro - azione non riuscita per l'intervento del sottoprefetto Pellicani (PIRANI 1998, 255 e 257). Nella primavera del 1921 (8 aprile, sede nell'ex chiesa di S. Lorenzo) nasce - su input ferrarese del manganellatore Italo Balbo - il fascio centese, formalmente per combattere i socialisti, ma in sostanza per far pagare ai braccianti il prezzo di aver preteso delle migliorie normative-economiche nel biennio precedente. Il 10 aprile 1921 i fascisti di Cento e Pieve dimostravano in piazza per celebrare la fondazione del fascio locale: al comizio parla il fascista Licinio Pedrini. Il 26 aprile la giunta socialista diretta dal sindaco Carpeggiani rassegna le dimissioni, con un manifesto nel quale dichiara che "il partito socialista è impossibilitato di partecipare all'attuale lotta politica ed il contegno del governo ha convinto me e i miei colleghi che non era più possibile rimanere al potere senza grave scapito della dignità del partito... " - .Il 4 maggio il prof. Livio Levi, per il fascio di Cento, commemora - insieme al dottor Baldi del PPI di Bologna - la morte di Napoleone Lenzi, inaugurando un cippo a Buonacompra (PIRANI 1998, 258). A Cento non si erano avuti episodi di violenza da parte delle leghe. L'unico episodio "antimilitarista" fu al contrario opera di un capo militare del fascio locale che aveva aggredito a schiaffi un appuntato dei Carabinieri che gli aveva contestato di scorrazzare pericolosamente con l'auto sotto i portici cittadini (Galeazzo Gamberini in Centoggi 1997, 4-aprile).
Subito dopo il successo del "blocco nazionale" alle elezioni politiche del maggio 1921, i fascisti centesi organizzano una manifestazione in piazza, il 18 maggio. Il 24 luglio1921si inaugura il fascio di Renazzo, presenti Balbo e Livio Levi (PIRANI, 263 e 267). Al Teatro sociale il 24 luglio si riuniscono più di 300 tra mutilati, vedove di guerra dell'Alto Ferrarese. Il 28 agosto viene ucciso a Poggetto (Pieve) il nazionalista-popolare Luigi Vaccari di Cento, con un colpo di rivoltella. Del delitto furono accusati anche due comunisti di Cento, Ildo Accorsi e Carlo Roncaglia, assolti per insufficienza di prove dall'assise di Bologna il 23 novembre dell'anno seguente. I fascisti con a capo Dino Zanetti organizzano il lutto generale e la cerimonia funebre il 30 agosto (migliaia di presenze). Successivamente il "viale del proletariato" che da Porta Pieve andava verso Sud viene ribattezzato "Via Luigi Vaccari" (ID, 272).
Max Pirani (1897-1966) fece parte del direttorio fascista centese, come ufficiale della MVSN (PIRANI 1998, 147n). Agli inizi di dicembre 1921 Arnaldo Buttieri, segretario del PPI pievese, subisce una prima manganellata; una seconda più grave che lo porterà all'ospedale è del 29 dicembre [ROVERI 1979,74]. La figlia minore di Buttieri è una nostra iscritta e ricorda l'esodo a cui fu costretto il padre per sottrarsi alle violenze fasciste.
1922
Il 28 ottobre 1922, in parallelo con la "marcia su Roma" decisa da Balbo e Mussolini con l'appoggio della Confindustria e delle destre, anche a Cento un gruppo di fascisti armati comandati dall'ex tenente Enzio Cevolani di Pieve (che si era già scontato con i comunisti pievesi) occupa il palazzo dell'orologio, disarma i poliziotti e costringe il prefetto Michele Rinaldi ad assistere all'insediamento del capo-fascio locale, Livio Levi, il quale emette ordini e - in piena illegalità - affida a squadre di fascisti dirette dal tenente Raoul Lugli (n.1898, trasferitosi a Milano nel '27) le funzioni di pubblica sicurezza. Sono occupate anche le stazioni dei Carabinieri di Renazzo e di Casumaro (PIRANI 1998, 295-296).
I fascisti si presentarono nel blocco-nazionale alle elezioni comunali e provinciali del 17 dicembre, occupando con Livio Levi in Provincia e in Comune, e con Igino Ghisellini ("combattente") Licinio Pedrini, Augusto Falzoni Gallerani in Comune, sia i seggi della maggioranza che quelli della minoranza, in quanto i socialisti erano stati costretti a non presentarsi (PIRANI 1998, 297 e 300n).
1923
A marzo si costituisce - come nel resto d'Italia - la Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale, che è presente anche nelle frazioni: grande parata il 21 aprile, e per l'occasione si celebra anche la "fusione " tra nazionalisti e fascisti. A giugno si fanno sfilare tutti gli studenti dalle elementari in su davanti al sindaco Levi. Altra sfilata a luglio per l'arrivo del "generalissimo della Milizia" Italo Balbo.
Le violenze fasciste continuano. Diversi socialisti di Cento, tra quali Ugo Benazzi, Davide Venturi, Zecchi, "colpevoli" di avere aderito ad una sottoscrizione fatta sull'"Avanti!" vengono "interrogati" nella sede del fascio (la casa Mugnani in corso Guercino) e - al momento del rilascio - ingiuriati e bastonati (PIRANI 1998, 310). La sera del 23 luglio 1923 Giorgio Molinari e Vittore Casoni, residenti a Casumaro, inquadrati nelle squadre di Italo Balbo, uccisero con manganelli "animati" cioè appesantiti con pallini di piombo, l'arciprete di Argenta don Giovanni Minzoni, aggredito alle spalle, e ferirono il suo giovane collaboratore Bondanelli (Giorgio Gandini in La Nuova Ferrara 28 marzo 2004). Nel luglio del '25 (corte di assise di Ferrara) i suddetti fascisti,difesi dall'onorevole fascista Verdi di Cento, furono assolti (con loro fu assoslto anche il tenente della milizia fascista Agostino Guaraldi di Casumaro) (PIRANI 1998, 353-4).
Pochi mesi dopo il parroco di Corpo Reno don Paolino Pallotti (Bo 1908-1981) viene fatto oggetto di continue prevaricazioni da parte di pochi ma violenti squadristi del paese, facenti parte della MVSN. Il parroco viene minacciato e tenuto "sotto controllo" almeno fino al 1941 (Galeazzo Gamberini in Centoggi 1997, 4-aprile).
1924
In seguito alla legge maggioritaria Acerbo 18.11.1923 (collegio unico nazionale, 2/3 dei seggi alla lista che abbia conseguito il 25% dei voti) voluta da Mussolini per tagliare fuori le minoranze, a Cento - nonostante il controllo ravvicinato del voto organizzato dai fascisti con manganello e camicia nera, vi furono 549 persone che ebbero il coraggio di non votare per la lista "nazionale" (fascista-liberale):
votanti | 4968 |
fascisti | 4254 |
socialisti massimalisti | 166 |
socialisti unitari | 150 |
popolari | 103 |
comunisti | 84 |
repubblicani | 36 |
indipendenti | 10 |
Andò in Parlamento il fascista centese Alberto Verdi
1925
Il 18 maggio un gruppo di fascisti aggrediva a Casumaro il figlio del socialista Luigi Balboni, il quale ultimo (poi condannato a sei anni per omicidio preterintenzionale per aver agito in stato di legittima difesa), era intervenuto ed aveva ferito gravemente con un colpo di fucile il fascista Agostino Ferioli, morto all'ospedale il mattino successivo. La sera stessa un altro casumarese, Guerrino Ghisellini, senza qualificazione politica, veniva ucciso con una revolverata. Su ordine di Italo Balbo, le squadre fasciste distruggono la casa dei Balboni e percorrono tutta la provincia precedendo ad incendi, devastazioni e bastonature di comunisti, socialisti e cattolici popolari (PIRANI 1998, 361n). Il 5 novembre i fascisti centesi manifestano in piazza per "festeggiare" il fallito attentato a Mussolini ad opera dell'onorevole socialista Zaniboni, arrestato.
1927
Contestualmente alle dimissioni da sindaco di Livio Levi, Verdi assume anche la carica di commissario straordinario del fascio centese. Segretario politico il centurione della Milizia Max Mugnani (1897-1977, seguace di Italo Balbo), che si dimette in novembre, sostituito dal console della Milizia commissario Alessandro Torri, il quale dichiara in un manifesto che prenderà "misure pronte e definitive contro i riottosi" (PIRANI 1998, 387 e 389).
Nel '29 è segretario politico del fascio di Cento l'avv. Vittorio Angelini. Il 24 marzo il podestà Falzoni Gallerani e le autorità fasciste inquadrano in piazza gli elettori centesi, e poi in massa li conducono alle sezioni di voto: si vota SI o NO in relazione al nuovo regime fascista (legge 12 maggio 128): è chiaro che su 4092 votanti, i No furono solo 37 (PIRANI 1998, 405n). Nel 1934 si torna a votare a favore o contro il regime fascista: questa volta i contrari sono 3 su 4618 votanti (costituenti il 98,97% degli elettori) (PIRANI 1998, 515). Segue come segretario Aldo Cangtori, sostituito nel luglio 1937finoa la 1942 dal rag. Giuseppe Cavana (1908-94).
Nel febbraio 1942 Giuseppe Cavana cessa da segretario politico del fascio centese, sostituito da Dino Zanetti fino al dicembre 1943 (data in cui quest'ultimo fu CONDANNATO A CINQUE ANNI DI RECLUSIONE DAL TRIBUNALE SPECIALE REPUBBLICHINO) [PIRANI 1998, 197n].
Cento sotto il dominio nazista
Con la costituzione della Repubblica di Salò sotto controllo di Hitler, il palazzo Vescovile - sede del Collegio Maschile - fu usato dalla GNR (le milizie fasciste organizzate da Mussolini nell'ottobre '43) e subì anche un bombardamento con 1 morto e feriti. Nell'aprile '45 don Zanandrea (di origine vicentina, m.1980) che dirigeva il Collegio riportò a Cento i resti di un giovane fascista centese fucilato dai partigiani in Veneto (Famè Zenteisa 2004,62-apr.).
L'uccisione di Ghisellini
Il maggiore Igino Ghisellini, federale di Ferrara, abitante a Casumaro da molti anni, aveva riorganizzato dopo l'8 settembre tutti i fasci ferraresi (15 mila iscritti secondo Pisanò, per il quale fu di quest'ultimo il tentativo "conciliatore" di avvicinare gli esponenti non comunisti del CLN locale in via di formazione: e questi esponenti, i cui nominativi furono trovati dai fascisti tra le carte di Ghisellini appena ucciso, il 14 novembre 43, caddero sotto il piombo fascista nell'eccidio della "lunga notte"). Non aveva partecipato all'incontro con Ghisellini il rappresentante PCI nel CLN, Ermanno Farolfi (che nel settembre del '44 venne ucciso dai nazisti a Fiorenzuola).
Presunto autore, subito sospettato dagli stessi fascisti, sarebbe secondo il PCI ferrarese, Carlo Govoni, squadrista fanatico (BALUGANI 1999). Secondo un'altra versione - sostenuta in particolare dal fascista repubblichino Pisanò [1992] - fu opera di un gap partigiano. Queste sarebbero le prove: 1) testimonianza 1988 di Giuseppe Bonazzi di Pieve, allora brigadiere della GNR in servizio al posto di blocco sul ponte del Reno, "una sola auto passò sul ponte quella notte con almeno 3 uomini in divisa della GNR -e per questo li lasciammo passare ... La mattina dopo riconoscemmo l'auto a Castel d'Argile"; 2) nell'Unità clandestina del 15-12-43 si scrive a proposito dell'eliminazione di fascisti: "A Castel d'Argine -sic- (BO) eguale sorte è toccata al federale di Ferrara". Secondo Antonioni [1970] l'attentato "fu deciso a Bologna da Marco Peloni che incaricò S., che fece appostamento a Porta Bologna (Porta Reno a Ferrara ndr) con Vasco Mattioli, toscano.". Sitti e Sandri [1976?] citano ampi particolari da Ezio Antonioni 3) nel 1976 Sonilio Parisini in un'intervista a Renato Sitti conferma le voci - nella resistenza modenese - di un'operazione da parte di "un comunista", "un compagno di Cento" (Pisanò 1992, 337). Spero Ghedini, segretario del PCI a Ferrara nel '44 e rappresentante nel CLN, conferma il ruolo di Peloni nell'azione, compiuta con "tre compagni, di cui un ferrarese di cui nessuno ricorda il nome" e rievoca anche un'intervista di qualche tempo prima dell'83 a "Vie Nuove" in cui parlava del fatto che Ghisellini era già stato pedinato, e che fu eliminato da uno che sparò subito fuori Ferrara (v. Ghedini 1983). Ghisellini era partito da Ferrara per Casumaro prendendo la provinciale e presso la località Alberazza aveva fatto una diversione verso S. Carlo: si fa l'ipotesi che i "sicari" gli avessero chiesto di essere portati a Cento, l'uccisione potrebbe essere avvenuta alle 21.45, dato che l'orologio di Ghisellini si era fermato a quell'ora (ZAGHI 1992, 37-38)
Per l'uccisione di Igino Ghisellini : BALBONI-MORETTI-MENARINI 1990, 31 sgg; ZAGHI 1992, 33; GUARNIERI 1993, 53 sgg; PISANO'-PISANO' 1992,327-39; ANTONIONI 1970.
Nell'autunno 1944 e nella primavera 1945 le Brigate Nere con sede a Cento compirono varie spedizioni e rappresaglie nel modenese e bolognese. Anche nell'Argentano operarono "specialisti" che provenivano da Cento. Per esempio, il gruppo di brigatisti neri costituitosi ad Argenta (una ventina) aveva come comandante un ufficiale proveniente da Cento. Operavano soprattutto come elementi che "rifinivano" il lavoro sporco che i nazisti lasciavano in arretrato: questo spiega anche perché - nel caso specifico di Argenta - molti brigatisti finirono male (La nuova Ferrara-Argenta 14.1.2004).
Mario
Contri (n. 1999 a Cento), già operaio del canapificio Govoni, partigiano
della 35ma brigata "Rizzieri", entrato nella TODT (officine ex
Zuccherificio ora Fava) nel 1944, venne arrestato dai fascisti e rinchiuso nella
Rocca in giugno, e attorno al 18/19 settembre fu prelevato, condotto a Bologna
e fucilato dai fascisti con altri 9 "ostaggi" il 20 settembre al poligono di tiro di via
Agucchi. Un mese dopo venne fucilato nello stesso luogo anche il
giovanissimo partigiano Luigi Rispoli (Napoli 1925, fratello del presentatore
televisivo Luciano), la cui famiglia era sfollata a Cento nei locali della Cassa
di Risparmio: era stato catturato a Faenza nell'infermeria clandestina della
locale brigata partigiana di cui faceva parte (Galeazzo
Gamberini in Centoggi 1995, 10-ottobre).
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Il 1945 Il 23 aprile, gli americani della V armata provenienti da Ovest si incontrano Cento con gli inglesi dell'VIII armata provenienti da est (insieme agli indiani sikh, i quali avevano risistemato il ponte sul Reno e ai polacchi del generale Anders poi sistemati ad Argelato). Il punto esatto di incontro fu Pilastrello, dove le avanguardie inglesi per errore agirono contro 4 carri armati usa provenienti da Torre Spada. Ma nella sfilata degli alleati per Cento il mezzo più applaudito è un malconcio autocarro Lancia 3Ro carico di centesi armati al seguito di un capitano dei carabinieri di nome Gagliardi (Galeazzo Gamberini in Centoggi 1995, 9-ottobre). A fine aprile si dà una struttura militare anche la resistenza locale, che costituisce la brigata "Luigi Rispoli" (Galeazzo Gamberini in Centoggi 1997, 4-aprile). |
primi mesi 1945: il ponte in legno sul Reno a Dosso, danneggiato da un lastrone di ghiaccio durante l'inverno, viene riattato ad opera di centinaia di centesi della TODT sotto controllo dei tedeschi. |
Bombardamenti
Il 3 aprile 45 un bombardamento sulla stazione ferroviaria provoca 5 morti, tra il 19 e il 22 altri bombardamenti aerei provocano 24 morti (in prevalenza casalinghe e sfollati) (VANCINI sd 95)
Liberazione
Il 20 aprile la Brigata Nera di stanza a Cento "è partita" (VANCINI s.d. 99), il 22 i tedeschi abbandonano Cento, la mattina del 23 entrano gli alleati. Alle 14 di lunedì 23 aprile tutti in piazza, un oratore parla dal terrazzo del Comune, la banda suona dopo 20 anni l'inno dei lavoratori. Poteri provvisoriamente assunti dal CLN: il 28 aprile si insedia il Consiglio Comunale: Albano Tamburini sindaco, assessori: Arnaldo Buttieri, Ivo Diozzi, Aurelio Maccaferri, Roberto Pea (VANCINI s.d. 105sgg).
Nasce nella parrocchia di S. Pietro la sezione comunale del nuovo "Partito Democratico Cristiano", ad opera di due discepoli di don Paolino Pallotti (parroco a Corpo Reno dal 1935 al 51) : Umberto Tosi (1919-83) e Icilio Bregoli (1913-97) (Galeazzo Gamberini in Centoggi 1997, 4-aprile).
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ANTONIONI 1970 Ezio Antonioni, Gli inizi della lotta armata. Bologna verso la libertà, in "La lotta", quaderno 9/10, 1970
BALBONI-MORETTI-MENARINI 1990 A. Balboni - E. Bonetti - G. Menarini, Repubblica Sociale Italiana e Resistenza a Ferrara 1943-45, FE:1990
BALUGANI 1999 Rolando Balugani, La scia di sangue lasciata dai "tupin" (1943-45), s.l.:Ediz.SIGEM, s.d. ma 1999
GANDINI 1994 Giorgio Gandini, La notte del terrore, Castelmaggiore, 1994
GANDINI 1995 Giorgio Gandini (a c.), Ferrara partigiana. La storia di 431 stellette nere,FE:ANPI, 1995
GHEDINI 1983 Spero Ghedini, Uno dei centomila,
MI:la Pietra, 1983
GUARNIERI 1993 A. Guarnieri, Dal 25 luglio a Salò.
Ferrara 1943. Interpretazione della "lunga notte", Casalecchio
di Reno, 1993
PINI Giorgio Pini, Ragazzo del '99, VI. Bufera
(1942-45), p.63
PISANO'-PISANO' 1992 Giorgio e Paolo Pisanò, Il triangolo della
morte, MI:Mursia 1992
ROVERI 1979 Alessandro Roveri, L'affermazione
dello squadrismo fascista nelle campagne ferraresi 1921-1922, FE:Bovolenta,
1979
SITTI-SANDRI 1976? Renato Sitti, Luigi Sandri, Ferrara-agosto
1944, FE:Centro Studi Storici della Resistenza Ferrarese, 1976?
VANCINI s.d. Guido Vancini, Frammenti
di storia centese, BO:Calderini s.d. ma 1985
ZAGHI 1992 Carlo Zaghi, Terrore a Ferrara durante
i 18 mesi della Repubblica di Salò, BO:Ist.Reg.Parri, 1992
Fonti per Argenta: GANDINI 1995
.........................aggiorn. 01.12.04.............................