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Storia politica di Cento anni '80-90

Il termometro dell'atteggiamento politico viene dato dalla risposta dei centesi (presenza alle urne 88,5% dell'elettorato) ai 10 referendum abrogativi del 18-19 aprile 1993: 8 vengono approvati a larga maggioranza (da 1 a 6 punti in più rispetto alla media nazionale): ecco i risultati a Cento (Realtà Centese 1993,4-apr) ordinati per  consenso ottenuto:

referendum % SI
Soppressione Ministero Partecipazioni Statali 93,4
Abolizione finanziamento pubblico ai partiti (l. 195/74) 92,6
Abolizione della competenza Min. Tesoro per nomine nelle Casse di Risparmio 92,6
Aboliz. del quorum 65% per Collegio nel sistema elettorale per il Senato 88,7
Soppressione Ministero del Turismo (L. 617/59) 86,3
Abolizione delle competenze ambientali per l'USL  83,9
Soppressione Ministero dell'Agricoltura (RD 1663/29) 70,8
Aboliz.dell'illiceità della detenzione di stupefacenti per uso personale  56,8

Contestualmente viene approvata una legge che modifica la composizione dei consigli comunali per i comuni sotto i 30 mila abitanti: i seggi passano da 30 a 20. Successivamente una legge approvata il 25 marzo 1993 abolisce il sistema elettorale proporzionale per i comuni con più di 15 mila abitanti: vince il candidato sindaco che conquista il 51% dei voti; in mancanza di tale dato, viene previsto un secondo turno (ballottaggio) che con premio di maggioranza (60% dei seggi) e assegnazione alle minoranze del restante 40% con metodo d'Hont (Realtà Centese 1993,4-apr).

Nelle elezioni di giugno 1993 vince il 25enne Paolo Fava candidato sindaco della lista "civica" "Alleanza per Cento", da tempo predisposta da politici usciti da partiti in disfacimento per tangentopoli (Psdi-Pri-Pli) e  formata da una squadra di rappresentanti delle frazioni (Bruno Diegoli per Casumaro, Claudio Balboni per Alberone, Marcello Melloni per Renazzo) e da Annalisa Bregoli, Andrea Melloni e Giancarlo Mandrioli per Cento. Due su sei (Mandrioli e Balboni) sono espressione del Lions Club (Realtà Centese 1993,5-giu)

La squadra scelta da Pinca, vicesindaco uscente candidato del centro sinistra, che risulterà perdente, doveva essere costituita da. Massimo Manderioli (già consigliere DC), Marcello Ottani (area cattolica), Cesare Benazzi (area PSI), Marco Pellizzola (il padre è candidato per Rifondazione Comunista),Fausto Toselli e Rita Lodi per il PDS (intervista Resto del Carlino 13-6-1993)

La sinistra in consiglio comunale risulta rappresentata da Mario Pinca, Giuseppe Merighi, Fausto Toselli e Diego Benatti per il PDS (che in precedenza aveva 11 consiglieri); Gilberto Galantini e  Massimo Fortini per la DC (in precedenza 9 consiglieri) e da due seggi per la destra (MSI e Lega Nord). Nella prima seduta consiliare Fava si presenta come il sostenitore dell'economia, della "razionalizzazione" del piano-traffico e della modifica dello Statuto Comunale (già attuata a dicembre). In realtà apre le porta all'edilizia diffusa e non sostenuta da criteri urbanistici coerenti, al traffico caotico in centro e all'esclusione delle minoranze dalle commissioni.  Pinca preannuncia voto contrario "per chiarezza politica e programmatica", ma tale chiarezza si perderà per strada quando si tratterà di giudicare la variante al piano regolatore costruita dai "civici" (Realtà Centese 1993,dic.)

Il primo colpo gobbo di Fava è la RINUNCIA alla costruzione di 2 piscine scoperte (progetto per il quale il centro-sinistra era riuscito ad ottenere un mutuo di 1 miliardo) (Realtà Centese 1993,dic.)

........................aggiorn. 06.01.05.............................