PETIZIONE POPOLARE
PIU' PUBBLICO MENO PRIVATO -
NO ALLE PRIVATIZZAZIONI
AL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
VASCO ERRANI
premesso che:
le aziende dei Sevizi
Pubblici Locali ( gas, acqua, rifiuti, energia) dell'Emilia-Romagna costituiscono un grande patrimonio pubblico collettivo da salvaguardare e che tali
aziende costruite negli anni con le risorse delle comunità e gestite con attenzione alla qualità ed alla loro funzione sociale, rappresentano un vantaggio per le finanze municipali, anche
attraverso il reinvestimento degli utili a beneficio dei territori;
nonostante le norme comunitarie non obblighino affatto alla privatizzazione indiscriminata di tutti i servizi locali prevedendo espressamente, al contrario, la possibilità di una
gestione pubblica dei servizi di interesse generale, in tutto il territorio della Regione
sono in atto
iniziative tendenti, non tanto ad una utile aggregazione delle ex municipalizzate, ma
ad una sostanziale privatizzazione favorita anche da una deviante campagna di stampa avviata già dagli anni '80, rivolta ad evidenziare una presunta inefficienza gestionale del settore pubblico contrapponendogli
strumentalmente, come garanzia di efficienza ed efficacia, il modello aziendale privato;
con il sistema di aggiudicazione mediante gara, grandi società multinazionali che già si stanno spartendo il mercato mondiale potrebbero facilmente acquisire anche la gestione
I
servizi locali del nostro Paese con il rischio di trasferire a soggetti privati il loro effettivo controllo;
il primo risultato delle gestione privata è ovunque quello di un immediato aumento delle tariffe (in Inghilterra, tra il 1989 ed il 1999 l'aumento medio delle bollette dell'acqua è stato
iI 46%, mentre l'utile dei gestori è aumentato in media del 142% e le indennità dei Consiglieri di Amministrazione è lievitata di quasi
l'80% tra il 1990 ed il 1998);
il collocamento
sul mercato dei servizi, laddove già avvenuto ha di fatto consegnato il patrimonio pubblico a
monopoli od oligopoli privati la cui naturale vocazione è quella di massimizzare i profitti comprimendo i
"costi" relativi alla sicurezza, alla manutenzione ed alla tutela ambientale e colpendo i diritti dei lavoratori occupati;
le aziende ex- Municipalizzate di Bologna e della Romagna con la costituzione di Hera S.p.A. sono
già
state interessate a processi di fusione e trasformazione in società per azioni
e relativa quotazione in borsa ed ingresso di soci e capitali privati (banche ed imprese);
.
anche per le aziende dell'Emilia Nord ( Piacenza, Parma, Reggia Emilia e Modena) è in corso una discussione e l'adozione, da parte delle relative assemblee elettive, di
atti amministrativi per la loro aggregazione, trasformazione in S.p.A., quotazione in borsa ed ingresso di soci privati in una holding multiservizi denominata Newco S.p.A., casi come previsti dalla lettera di intenti sottoscritta, nell'
agosto scorso, tra il Presidente della Regione Errani ed i sindaci delle quattro città capoluogo interessate;
ciò premesso i sottoscritti cittadine e cittadini chiedono alla Regione Emilia-Romagna di farsi garante dell'interesse generale delle comunità interessate assicurando un forte e
prevalente ruolo pubblico nelle nuove società multi servizi, per evitare che tali trasformazioni diventino privatizzazioni e dunque un affare per privati oggetto di speculazione sui mercati borsistici
ed in particolare:
chiedono
le seguenti garanzie:
che la maggioranza delle azioni delle
S.p.A. multiservizi resti saldamente in mano pubblica;
che negli atti deliberativi,
costitutivi e statutari delle S.p.A. della nostra Regione siano assicurati agIi Enti
Pubblici poteri certi ed esclusivi in merito alla definizione delle politiche
tariffarie, occupazionali, della ricerca, dell'innovazione e degli investimenti;
che siano definiti, di concerto con
i sindacati ed i lavoratori, piani industriali in grado di tutelare e qualificare
il servizio offerto al cittadini, valorizzando le professionalità creando nuova occupazione;
propongono
infine alle Istituzioni, ai partiti ed alle forze sociali di aprire una fase politica di generale ripensamento della gestione dei servizi locali, nella prospettiva di una
ripubblicizzazione degli stessi: ossia di una gestione pubblica e partecipata che coinvolga sia i cittadini che i lavoratori nella
erogazione di servizi di qualità diffusi sul territorio e accessibili a tutti.
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