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DEMM: forti preoccupazioni tra i lavoratori per il destino dell'azienda

Già  il segretario della Camera del Lavoro di Ferrara, Ruzziconi, segnalava il 10 aprile 2003, al convegno sull'industria centese, che la DEMM minaccia il trasferimento di parte delle attività (per circa 10 mld di lire) in India, con il rischio di riduzione dei dipendenti ad un numero inferiore ai 300. Qui a Cento per l'azienda andare sotto le 300 unità significa correre il rischio di una perdita di massa critica e di un aumento dell'incidenza dei costi fissi sull'insieme delle entrate. L'azienda - proseguiva Ruzziconi - vuole incidere solo sul costo del lavoro, secondo la "ricetta" D'Amato-Berlusconi-Maroni, che ha portato alla legge 30 (la c.d. "Legge Biagi") che consente una miriade di rapporti individuali di lavoro che configurano la "solitudine" del singolo lavoratore. 

Abbiamo cercato di delineare attraverso colloqui con i lavoratori le vicende degli ultimi anni:

Nel 2001 la "Graziano trasmissioni" che ha il suo centro a Torino (ove lavora anche per l'indotto Fiat) acquista "a scatola chiusa" l'azienda di Cento. In un incontro inusuale i proprietari sollecitano i dipendenti a farsi carico della produttività dell'azienda. Nel febbraio 2002 l'azienda minaccia 100 esuberi. La soluzione attuata fu la cassa integrazione per un breve periodo. Di fronte a successive commesse, l'azienda chiede lo straordinario, che viene concordato fino al marzo 2003 per 4 sabati mensili, contemporaneamente l'azienda cerca ed assume manodopera a termine. Nel frattempo viene ventilata la possibilità che il gruppo (che gestisce diversi stabilimenti, tra i quali uno a Bologna e uno in Inghilterra) essendo in difficoltà, debba chiudere l'azienda meno redditizia, vale a dire quella inglese. Ma nell'incontro dello scorso 4 aprile il gruppo parla di nuovi assetti produttivi, di recupero della produttività dello stabilimento inglese (dove i lavoratori avrebbero accettato addirittura di lavorare gratis due ore settimanali in più rispetto all'orario normale),  e della necessità di ristrutturazione produttiva a Cento. Si prevede un esubero di 40  persone per la fine del 2003, da gestire con pensionamenti anticipati e con il blocco delle assunzioni a termine. L'azienda attribuisce questa situazione ai lavoratori di Cento, che non avrebbero accettato gli straordinari per fare fonte alle nuove commesse, con l'inevitabile conseguenza di perdita di commesse o di spostamento delle commesse su altri stabilimenti della Graziano in Italia (per 3-4 mld di lire) o in India (per 10 mld di lire). 

I dipendenti hanno attuato una prima forma di protesta con il blocco della portineria, e intendono sollevare il problema anche a livello delle forze sociali e delle istituzioni, se l'incontro con la dirigenza previsto per il prossimo 6 maggio non dovesse portare a schiarite.

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