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Solidarietà a "Un ponte per..." e alle "due Simone" rapite in Irak

Di fronte alle vittime italiane del terrorismo in Irak, due pesi e due misure: la giunta "civica" ha preso a suo tempo posizione immediata (senza neanche attendere il coinvolgimento del Consiglio Comunale) per denunciare l'assassinio del "bodyguard"  Fabrizio Quattrocchi:   a pochi mesi di distanza, di fronte all'assassinio del giornalista pacifista del "Diario" Enzo Baldoni,

 

non è stato trovato il tempo per un pubblico appello alla lotta contro i terrorismo e contro la guerra. Anche di questo terremo conto quando andremo a votare. 

Baldoni è stato fatto oggetto di insulti, da vivo ed anche da morto, ad opera delle penne giornalistiche pagate dalla famiglia Berlusconi. Anche queste viltà, segno di una mentalità da regime, rimarranno nella storia italiana.

Speriamo che nel prossimo consiglio comunale ci sia almeno il tempo per ricordare, insieme a Baldoni, le vittime della strage di bambini a Belsan, vero crimine contro l'umanità, le vittime infantili che da un decennio, al riparo da ogni televisione, sono il risultato dell'occupazione russa in Cecenia, i bambini  palestinesi vittime dell'occupazione militare israeliana della Palestina. 

Solo il ristabilimento del diritto internazionale, violato sistematicamente da Bush e da Sharon (non rispetto della sovranità nazionale della Palestina, dell'Irak) può riportare l'umanità su un percorso di pace. 

Chiediamo al consiglio comunale di sostenere l'azione di "Un ponte per ...", l'organizzazione per cui lavorano le "due Simone" rapite a Bagdad e di impegnarsi in una iniziativa di pace, ad iniziare dall'adottare come simbolo della città di Cento la bandiera della pace e dalla dichiarazione di Cento come "città per la pace" in difesa dell'art. 11 della Costituzione che impone il ripudio della guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali.

 I bambini di Beslan  in http://www.albertomelis.it/beslan.htm

«""Ognuno tenti di ricordarne uno solo, uno che è stato o uno che sarà. Può darsi che la somma dei nostri pensieri e del nostro lutto si avvicinerà a quello che noi dovremmo veramente piangere. E forse da questi pensieri potremmo estrarre la forza per deciderci: ottenere che coloro che oggi piangiamo in anticipo tuttavia sopravvivano, che il terribile non accada. In questo pensiero e in questa decisione, nata dal lutto, vi prego di alzarvi in piedi".  

                                                                                                                          Günther Anders

.........................aggiorn. 12.09.04.............................