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paragrafi 34
Il
funzionamento della organizzazione del partito
34. Un
partito bolscevico deve essere organizzato in modo da poter funzionare, in
qualsiasi condizione, a contatto con la massa. Questo principio assume la più
grande importanza tra di noi, per la compressione che il fascismo esercita allo
scopo di impedire che i rapporti di forze reali si traducano in rapporti di
forze organizzate. Soltanto con la massima concentrazione e intensità della
attività del partito si può riuscire a neutralizzare almeno in parte questo
fattore negativo e ad ottenere che esso non intralci profondamente il processo
della rivoluzione. Devono essere perciò presi in considerazione:
a) il
numero degli iscritti e la loro capacità politica; essi devono essere tanti da
permettere una continua estensione della nostra influenza. E' da combattere la
tendenza a tenere artificialmente ristretti i quadri: essa porta alla passività,
alla atrofia. Ogni iscritto però deve essere un elemento politicamente attivo,
capace di diffondere la influenza del partito, e tradurre quotidianamente in
atto le direttive di esso, guidando una parte della massa lavoratrice;
b) la
utilizzazione di tutti i compagni in un lavoro pratico;
c) il
coordinamento unitario delle diverse specie di attività a mezzo di comitati nei
quali si articola tutto il partito come organo di lavoro tra le masse;
d) il
funzionamento collegiale degli organi centrali del partito, considerato come
condizione per la costituzione di un gruppo dirigente "bolscevico"
omogeneo e compatto;
e) la
capacità dei compagni di lavorare tra le masse, di essere continuamente
presenti tra di esse, di essere in prima fila in tutte le lotte, di sapere in
ogni occasione assumere e tenere la posizione che è propria dell'avanguardia
del proletariato.
Si insiste
su questo punto perché la necessità del lavoro sotterraneo e la errata
ideologia di "estrema sinistra" hanno prodotto una limitazione della
capacità di lavoro tra le masse e con le masse;
f) la
capacità degli organismi periferici e dei singoli compagni di affrontare
situazioni imprevedute e di prendere atteggiamenti esatti anche prima che
giungano disposizioni dagli organi superiori. E' da combattere la forma di
passività, residuo essa pure delle false concezioni organizzative
dell'estremismo, che consiste nel sapere solo "attendere gli ordini
dall'alto". Il partito deve avere alla base una sua "iniziativa",
cioè gli organi di base devono saper reagire immediatamente ad ogni situazione
imprevista e improvvisa;
g) la
capacità di compiere un lavoro "sotterraneo" (illegale) e di
difendere il partito dalla reazione di ogni sorta senza perdere il contatto con
le masse, ma facendo servire come difesa il contatto stesso con i più vasti
strati della classe lavoratrice. Nella situazione attuale una difesa del partito
e del suo apparato che sia ottenuta riducendosi ad esplicare una attività di
semplice "organizzazione interna" è da considerare come un abbandono
della causa della rivoluzione.
Ognuno di
questi punti è da considerare con attenzione perché indica insieme un difetto
del partito e un progresso che gli si deve far compiere. Essi hanno tanto
maggiore importanza in quanto è da prevedere che i colpi della reazione
indeboliranno ancora l'apparato di collegamento tra il centro e la periferia,
per quanto grandi siano gli sforzi per mantenerlo intatto.
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