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25-28
La
ideologia del partito
25. Unità
ideologica completa è necessaria al Partito comunista per poter adempiere in
ogni momento la sua funzione di guida della classe operaia. L'unità ideologica
è elemento della forza del partito e della sua capacità politica, essa è
indispensabile per farlo diventare un partito bolscevico. Base della unità
ideologica è la dottrina del marxismo e del leninismo, inteso quest'ultimo come
la dottrina marxista adeguata ai problemi del periodo dell'imperialismo e
dell'inizio della rivoluzione proletaria (Tesi sulla bolscevizzazione
dell'Esecutivo allargato dell'aprile 1925, nn. IV e VI).
Il Partito
comunista d'Italia ha formato la sua ideologia nella lotta contro la
socialdemocrazia (riformisti) e contro il centrismo politico rappresentato dal
Partito massimalista. Esso non trova però nella storia del movimento operaio
italiano una vigorosa e continua corrente di pensiero marxista cui richiamarsi.
Manca inoltre nelle sue file una profonda e diffusa conoscenza delle teorie del
marxismo e del leninismo. Sono quindi possibili le deviazioni. L'innalzamento
del livello ideologico del partito deve essere ottenuto con una sistematica
attività interna la quale si proponga di portare tutti i membri ad avere una
completa consapevolezza dei fini immediati del movimento rivoluzionario, una
certa capacità di analisi marxista delle situazioni e una correlativa capacità
di orientamento politico (scuola di partito). E' da respingere una concezione la
quale affermi che i fattori di coscienza e di maturità rivoluzionaria, i quali
costituiscono la ideologia, si possano realizzare nel partito senza che siansi
realizzati in un vasto numero di singoli che lo compongono.
26.
Nonostante le origini da una lotta contro degenerazioni di destra e centriste
del movimento operaio, il pericolo di deviazioni di destra è presente nel
Partito comunista d'Italia. Nel campo teorico esso è rappresentato dai
tentativi di revisione del marxismo fatti dal compagno Graziadei sotto la veste
di una precisazione "scientifica" di alcuni dei concetti fondamentali
della dottrina di Marx. I tentativi di Graziadei non possono certo portare alla
creazione di una corrente e quindi di una frazione che metta in pericolo la unità
ideologica e la compattezza del partito. E' però implicito in essi un appoggio
a correnti e deviazioni politiche di destra. Ad ogni modo essi indicano la
necessità che il partito compia un profondo studio del marxismo e acquisti una
coscienza teorica più alta e più sicura.
Il
pericolo che si crei una tendenza di destra è collegato con la situazione
generale del paese. La compressione stessa che il fascismo esercita tende ad
alimentare la opinione che essendo il proletariato nella impossibilità di
rapidamente rovesciare il regime, sia miglior tattica quella che porti, se non a
un blocco borghese-proletario per la eliminazione costituzionale del fascismo, a
una passività della avanguardia rivoluzionaria, a un non-intervento attivo del
partito comunista nella lotta politica immediata, onde permettere alla borghesia
di servirsi del proletariato come massa di manovra elettorale contro il
fascismo. Questo programma si presenta con la formula che il Partito comunista
deve essere "l'ala sinistra" di una opposizione di tutte le forze che
cospirano all'abbattimento del regime fascista. Esso è la espressione di un
profondo pessimismo circa le capacità rivoluzionarie della classe lavoratrice.
Lo stesso
pessimismo e le stesse deviazioni conducono a interpretare in modo errato la
natura e la funzione storica dei partiti socialdemocratici nel momento attuale,
a dimenticare che la socialdemocrazia sebbene abbia ancora la sua base sociale,
per gran parte, nel proletariato per quanto riguarda la sua ideologia e la sua
funzione politica cui adempie, deve essere considerata non come un'ala destra
del movimento operaio, ma come un'ala sinistra della borghesia e come tale deve
essere smascherata davanti alle masse. Il pericolo di destra deve essere
combattuto con la propaganda ideologica, col contrapporre al programma di destra
il programma rivoluzionario della classe operaia e del suo partito, e con mezzi
disciplinari ordinari ogni qualvolta la necessità lo richieda.
27. Legato
con le origini del partito e con la situazione generale del paese è parimenti
il pericolo di deviazioni di sinistra dalla ideologia marxista e leninista. Esso
è rappresentato dalla tendenza estremista che fa capo al compagno Bordiga.
Questa tendenza si formò nella particolare situazione di disgregazione e
incapacità programmatica, organizzativa, strategica e tattica in cui si trovò
il Partito socialista italiano dalla fine della guerra al Congresso di Livorno:
la sua origine e la sua fortuna sono inoltre in relazione col fatto che, essendo
la classe operaia una minoranza nella popolazione lavoratrice italiana, è
continuo il pericolo che il suo partito sia corrotto da infiltrazioni di altre
classi, e in particolare della piccola borghesia.
A questa
condizione della classe operaia e alla situazione del Partito socialista
italiano la tendenza di estrema sinistra reagì con una particolare ideologia,
cioè con una concezione della natura del partito, della sua funzione e della
sua tattica che è in contrasto con quella del marxismo e del leninismo:
a)
dall'estrema sinistra il partito viene definito, trascurando e sottovalutando il
suo contenuto sociale, come un "organo" della classe operaia, che si
costituisce per sintesi di elementi eterogenei. Il partito deve invece essere
definito mettendo in rilievo anzitutto il fatto che esso è una
"parte" della classe operaia. L'errore nella definizione del partito
porta a impostare in modo errato i problemi organizzativi e i problemi di
tattica;
b) per la
estrema sinistra la funzione del partito non è quella di guidare in ogni
momento la classe sforzandosi di restare in contatto con essa attraverso
qualsiasi mutamento di situazione oggettiva, ma di elaborare dei quadri
preparati a guidare la massa quando lo svolgimento delle situazioni l'avrà
portata al partito, facendole accettare le posizioni programmatiche e di
principio da esso fissate;
c) per
quanto riguarda la tattica, l'estrema sinistra sostiene che essa non deve venire
determinata in relazione con le situazioni oggettive e con la posizione delle
masse in modo che essa aderisca sempre alla realtà e fornisca un continuo
contatto con gli strati più vasti della popolazione lavoratrice, ma deve essere
determinata in base a preoccupazioni formalistiche. E' propria dell'estremismo
la concezione che le deviazioni dai principi della politica comunista non
vengono evitate con la costruzione di partiti "bolscevichi" i quali
siano capaci di compiere, senza deviare, ogni azione politica che è richiesta
per la mobilitazione delle masse e per la vittoria rivoluzionaria, ma possono
essere evitate soltanto col porre alla tattica limiti rigidi e formali di
carattere esteriore (nel campo organizzativo: "adesione individuale",
cioè rifiuto delle "fusioni", le quali possono invece essere sempre,
in condizioni determinate, efficacissimo mezzo di estensione della influenza del
partito; nel campo politico: travisamento dei termini del problema della
conquista della maggioranza, fronte unico sindacale e non politico, nessuna
diversità nel modo di lottare contro la democrazia a seconda del grado di
adesione delle masse a formazioni democratiche contro-rivoluzionarie e della
imminenza e gravità di un pericolo reazionario, rifiuto della parola d'ordine
del governo operaio e contadino).
All'esame
delle situazioni dei movimenti di massa si ricorre quindi solo per il controllo
della linea dedotta in base a preoccupazioni formalistiche e settarie: viene
perciò sempre a mancare, nella determinazione della politica del partito,
l'elemento particolare; la unità e completezza di visione che è propria del
nostro metodo di indagine politica (dialettica) è spezzata; l'attività del
partito e le sue parole d'ordine perdono efficacia e valore rimanendo attività
e parole di semplice propaganda. E' inevitabile, come conseguenza di queste
posizioni, la passività politica del partito. Di essa l'
"astensionismo" fu nel passato un aspetto. Ciò permette di avvicinare
l'estremismo di sinistra al massimalismo e alle deviazioni di destra. Esso è
inoltre, come la tendenza di destra, espressione di uno scetticismo sulla
possibilità che la massa operaia organizzi dal suo seno un partito di classe il
quale sia capace di guidare la grande massa sforzandosi di tenerla in ogni
momento collegata a sé.
La lotta
ideologica contro l'estremismo di sinistra deve essere condotta
contrapponendogli la concezione marxista e leninista del partito del
proletariato come partito di massa e dimostrando la necessità che esso adatti
la sua tattica alle situazioni per poterle modificare, per non perdere il
contatto con le masse e per acquistare sempre nuove zone di influenza.
L'estremismo di sinistra fu la ideologia ufficiale del partito italiano nel
primo periodo della sua esistenza. Esso è sostenuto da compagni che furono tra
i fondatori del partito e dettero un grandissimo contributo alla sua costruzione
dopo Livorno.
Vi sono
quindi motivi per spiegare come questa concezione sia stata a lungo radicata
nella maggioranza dei compagni anche senza che fosse da essi valutata
criticamente in modo completo, ma piuttosto come conseguenza di uno stato
d'animo diffuso. E' evidente perciò che il pericolo di estrema sinistra deve
essere considerato come una realtà immediata, come un ostacolo non solo alla
unificazione ed elevazione ideologica, ma allo sviluppo politico del partito e
alla efficacia della sua azione. Esso deve essere combattuto come tale, non solo
con la propaganda, ma con una azione politica ed eventualmente con misure
organizzative.
28.
Elemento della ideologia del partito è il grado di spirito internazionalista
che è penetrato nelle sue file. Esso è assai forte tra di noi come spirito di
solidarietà internazionale, ma non altrettanto come coscienza di appartenere ad
un partito mondiale. Contribuisce a questa debolezza la tendenza a presentare la
concezione di estrema sinistra come una concezione nazionale ("originalità"
e valore "storico" delle posizioni della "sinistra
italiana") la quale si oppone alla concezione marxista e leninista della
Internazionale comunista e cerca di sostituirsi ad essa. Di qui l'origine di una
specie di "patriottismo di partito", che rifugge dall'inquadrarsi in
una organizzazione (rifiuti di cariche, lotta di frazione internazionale ecc.).
Questa debolezza di spirito internazionalista offre il terreno ad una
ripercussione nel partito della campagna che la borghesia conduce contro la
Internazionale comunista qualificandola come organo dello Stato russo. Alcune
delle tesi di estrema sinistra a questo proposito si collegano a tesi abituali
dei partiti controrivoluzionari. Esse devono venir combattute con estremo
vigore, con una propaganda che dimostri come storicamente spetti al partito
russo una funzione predominante e direttiva nella costruzione di una
Internazionale comunista e quale è la posizione dello Stato operaio russo -
prima ed unica reale conquista della classe operaia nella lotta al potere - nei
confronti del movimento operaio internazionale (Tesi sulla situazione
internazionale).
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