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Tesi |
di Antonio
Gramsci
"L'Unità",
24 febbraio 1926
Certamente
vi furono delle resistenze, e l'episodio culminante di esse, che tutti i
compagni ricordano, fu la costituzione del Comitato d'intesa, cioè del
tentativo di costituire una frazione organizzata che si contrapponesse al
Comitato centrale nella direzione del partito. In realtà la costituzione del
Comitato d'intesa fu il sintomo più rilevante della disgregazione dell'estrema
sinistra, la quale, poiché sentiva di perdere progressivamente terreno nelle
file del partito, cercò di galvanizzare con un atto clamoroso di ribellione le
poche forze che ancora le rimanevano.
E'
notevole il fatto che dopo la sconfitta ideologica e politica subita
dall'estrema sinistra già nel periodo precongressuale, il nucleo di essa più
resistente sia andato assumendo posizioni sempre più settarie e di ostilità
verso il partito dal quale si sentiva ogni giorno più lontano e staccato.
Questi compagni non solo continuarono a mantenersi sul terreno della più
strenua opposizione su determinati punti concreti della ideologia e della
politica del partito e dell'Internazionale, ma cercarono sistematicamente motivi
di opposizione su tutti i punti, in modo da presentarsi in blocco quasi come un
partito nel partito.
E' facile
immaginare che, partendo da una tale posizione, si dovesse arrivare, durante lo
svolgimento del congresso, ad atteggiamenti teorici e pratici, nei quali la
drammaticità che era un riflesso della situazione generale in cui il partito
deve muoversi, difficilmente era distinguibile da un certo istrionismo, che
appariva di maniera a chi realmente aveva lottato e si era sacrificato per la
classe proletaria.
In
quest'ordine di avvenimenti dev'essere posta, ad esempio, la pregiudiziale
presentata dall'opposizione, subito alla apertura del congresso, con la quale la
validità deliberativa di esso veniva contestata, cercandosi in tal modo di
precostituire un alibi per una possibile ripresa di attività frazionistica e
per un possibile misconoscimento dell'autorità della nuova dirigenza del
partito.
Alla massa
dei congressisti, che conoscevano quali sacrifici e quali sforzi organizzativi
fosse costata la preparazione del congresso, questa pregiudiziale apparve una
vera e propria provocazione e non è senza significato che gli unici applausi
(il regolamento del congresso proibiva per ragioni comprensibili ogni
manifestazione clamorosa di consenso o di biasimo) furono rivolti all'oratore
che stigmatizzò l'atteggiamento assunto dall'opposizione e sostenne la necessità
di rafforzare dimostrativamente il nuovo comitato da eleggersi con mandato
specifico di implacabile rigore contro qualsiasi iniziativa che praticamente
mettesse in dubbio l'autorità del congresso e l'efficienza delle sue
deliberazioni.
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