home
| teoria | indice
Tesi |
di Antonio
Gramsci
"L'Unità",
24 febbraio 1926
Partendo
da un apprezzamento storico e politico immediato della funzione della classe
operaia nel nostro paese, il congresso dette una soluzione a tutta una serie di
problemi che possono raggrupparsi così:
1)
Rapporti fra il Comitato centrale del partito e la massa del partito.
a) In
questo gruppo di problemi rientra la discussione generale sulla natura del
partito, sulla necessità che esso sia un partito di classe, non solo
astrattamente, cioè in quanto il programma accettato dai suoi membri esprime le
aspirazioni del proletariato, ma per così dire, fisiologicamente, in quanto cioè
la grande maggioranza dei suoi componenti è formata di proletari e in esso si
riflettono e si riassumono solamente i bisogni e la ideologia di una sola
classe: il proletariato.
b) La
subordinazione completa di tutte le energie del partito in tal modo socialmente
unificato alla direzione del Comitato centrale. La lealtà di tutti gli elementi
del partito verso il Comitato centrale deve diventare non solo un fatto
puramente organizzativo e disciplinare, ma un vero principio di etica
rivoluzionaria.
Occorre
infondere nelle masse del partito una convinzione così radicata di questa
necessità, che le iniziative frazionistiche e ogni tentativo in generale di
disgregare la compagine del partito debbano trovare alla base una reazione
spontanea e immediata che le soffochi sul nascere. L'autorità del Comitato
centrale, tra un congresso e l'altro, non deve mai essere posta in discussione,
e il partito deve diventare un blocco omogeneo. Solo a tale condizione il
partito sarà in grado di vincere i nemici di classe. Come potrebbe la massa dei
senza-partito aver fiducia che lo strumento di lotta rivoluzionaria, il partito,
riesca a condurre senza tentennamenti e senza oscillazioni la lotta implacabile
per conquistare e mantenere il potere, se la Centrale del partito non ha la
capacità e l'energia necessaria per eliminare tutte le debolezze che possono
incrinare la sua compattezza? I due punti precedenti sarebbero di impossibile
realizzazione se, nel partito, alla omogeneità sociale e alla compattezza
monolitica della organizzazione non si aggiungesse la coscienza diffusa di una
omogeneità ideologica e politica.
Concretamente
la linea che il partito deve seguire può essere espressa in questa formula: il
nucleo della organizzazione di partito consiste in un forte Comitato centrale,
strettamente collegato con la base proletaria del partito stesso, sul terreno
della ideologia e della tattica del marxismo e del leninismo. Su questa serie di
problemi la enorme maggioranza del congresso si è nettamente pronunciata in
senso favorevole alle tesi del comitato centrale ed ha respinto non solo senza
la minima concessione, ma anzi insistendo sulla necessità della intransigenza
teorica e della inflessibiltà pratica, le concezioni dell'opposizione che
potrebbe mantenere il partito in uno stato di deliquescenza e di amorfismo
politico e sociale.
2)
Rapporti del partito con la classe proletaria (cioè la classe di cui il partito
è il diretto rappresentante, con la classe che ha il compito di dirigere la
lotta anticapitalistica e di organizzare la nuova società).
In questo
gruppo di problemi rientra l'apprezzamento della funzione del proletariato nella
società italiana, cioè del grado di maturità di tale società a trasformarsi
da capitalista in socialista e quindi delle possibilità per il proletariato di
diventare classe indipendente e dominante. Il congresso ha perciò discusso: a)
la quistione sindacale, che per noi è essenzialmente quistione della
organizzazione delle più larghe masse, come classe a sé stante, sulla base
degli interessi economici immediati, e come terreno di educazione politica
rivoluzionaria; b) la quistione del fronte unico, cioè dei rapporti di
direzione politica fra la parte più avanzata del proletariato e le frazioni
meno avanzate di esso.
3)
Rapporti della classe proletaria nel suo complesso con le altre forze sociali
che oggettivamente sono sul terreno anticapitalistico, quantunque siano dirette
da partiti e gruppi politici legati alla borghesia; quindi in primo luogo i
rapporti fra il proletariato e i contadini.
Anche su
tutta quest'altra serie di problemi la enorme maggioranza del congresso respinse
le concezioni errate dell'opposizione e si schierò in favore delle soluzioni
date dal Comitato centrale.
-------------