Congresso unitario PDCI Cento e Bondeno. 10 ottobre 2005
Saluto e contributo di Claudio Tassinari, segretario comunale DS di Cento.
Saluto, a nome dei Democratici di Sinistra di Cento, i compagni del Partito Dei Comunisti Italiani e tutte le forze politiche, dei movimenti e delle associazioni qui convenuti.
E’ un grande onore ma anche un impegno portare oggi la voce dei DS, in un momento politico, sia a livello locale che internazionale, molto delicato.
In Italia siamo di fronte alle innumerevoli scelte sfrontate ed arroganti del cosiddetto liberismo del centrodestra. Incuranti delle regole, della Costituzione, del Presidente della Repubblica, gli esponenti della Casa delle Libertà stanno addirittura cambiando le regole del gioco politico: vogliono modificare in corsa la legge elettorale una volta capito che i cittadini di loro non ne vogliono più sapere. Anche perché i cittadini, al di là dei proclami hanno capito quale chirurgica operazione ha compiuto Berlusconi con tutta la sua cricca: quella di smantellare le conquiste ottenute dalle classi sociali più deboli, rendendo vani anni ed anni di lotte e sacrifici. E questo a vantaggio delle classi più abbienti, delle lobby della finanza, della criminalità organizzata con la quale, disse Berlusconi, bisogna convivere, dei centri di potere occulti come la massoneria che da tempo sono i veri governanti del nostro Paese.
L’ultima finanziaria ne è la palese riprova. Se approvata metterà in difficoltà, attraverso tagli ai finanziamenti, le regioni, le province e i comuni e renderà inadeguati, di conseguenza, gli interventi sullo stato sociale, in più contribuiranno a lasciare sulla soglia di povertà milioni di famiglie, come d’altronde ha ribadito una recente indagine l’ISTAT.
Il centrodestra sta minando i rapporti tra le classi sociali, perché la forbice tra i redditi dei ricchi e dei poveri si è allargata, rendendo i ricchi sempre più ricchi mentre aumentano quelli costretti a rinunciare a tutto, anche alla salute, ormai solo per quelli in grado di sostenerne i costi; con una sanità allo sbando, dove si muore per un appendice, o dove ad esempio, anche le conquiste effettuate per la salute delle donne, come la legge sull’aborto o la fecondazione assistita oggi sono minate da un falso moralismo che non ammette un fatto: chi se li potrà permettere, certi interventi li effettuerà comunque, magari all’estero, lasciando le donne italiane meno abbienti a rischiare in solitudine. Anche la sperimentazione sulla pillola U 486 è stata messa recentemente in discussione.
Il centrodestra è riuscito a bloccare la ripresa economica anche se oggi gli imprenditori che lo avevano giustamente contestato, fanno retromarcia. Berlusconi non ha incentivato la ricerca; ha fatto fuggire le "menti" più floride all’estero; ha promosso e vorrebbe riproporre ancora i condoni, ha riportato la scuola con la "contro-riforma" Moratti all’istruzione diversificata dai redditi che amplifica le divisioni sociali con i figli di chi se lo può permettere destinati ai luoghi di comando, i figli dei meno abbienti verso la possibilità, quando va bene, di un lavoro dipendente, precario e flessibile. Il governo Berlusconi ha abusato della "flessibilità", che vuol dire anche precarietà per coloro che sono costretti al ricatto dell’altra contro-riforma, quella effettuata sul mercato del lavoro e chiamata, strumentalmente, "Legge Biagi".
Poi Berlusconi ha portato l’Italia in guerra, mettendoci a rischio attentati dopo l’infelice scelta di schierarsi con chi, senza motivo, ha deciso unilateralmente di invadere l’Iraq. La scellerata scelta di schierarsi a fianco degli Stati Uniti è stata fatta dopo che il popolo italiano aveva manifestato contrarietà ad un intervento armato, oggi condannato implicitamente a livello planetario vista l’assegnazione del Nobel per la pace a El Baradei. Il centrodestra poi, con la pessima legge Bossi-Fini, non ha risolto il problema dell’immigrazione anzi, sta rendendo impossibile l’utilizzo di utile manodopera anche a quegli imprenditori che vorrebbero darglielo il lavoro ai non comunitari. Ma tanti immigrati senza prospettive hanno accentuato nei cittadini la percezione di minor sicurezza. A tutto vantaggio dei proclami leghisti.
Quindi, oggi l’Italia è un Paese più povero e meno sicuro.
Ma nonostante tutto questo, Berlusconi si dichiara pronto a governare anche nella prossima legislatura. E’ lui l’unico candidato e chi non è d’accordo può anche andarsene. Ha rimesso in sella il commercialista creativo Tremonti che trova ancora il modo di raccontare la frottola che il malgoverno del centrodestra sia colpa dei precedenti premier di centrosinistra e dell’Euro. Berlusconi vuole governare anche se i sondaggi lo danno per spacciato ed anche se in casa sua si pensa ad un sostituto e Casini pare pronto a "fargli le scarpe".
Cosa fare in una situazione così desolante? Serve una grande compattezza del centrosinistra e l’Unione, che ne è la sintesi compiuta, può arginare tutto questo e dare la spallata decisiva al regime di Berlusconi, perché ormai di un regime si tratta. Un soggetto, l’Unione che può raccogliere le grandi esplosioni spontanee, come ha detto tempo fa Alfredo Reichlin, di "rabbia sociale che scavalcano i sindacati e che di fronte al diffondersi di nuove povertà, chiedono unità".
Anche la Destra però è in movimento, capace come hanno dimostrato alcune mosse strumentali di Fini su temi da sempre cavallo di battaglia del centrosinistra, e ultimamente di Follini, di trovare consensi anche in altre classi sociali, specialmente del centro, probabilmente la vera grande scommessa di riproporre la vecchia "balena bianca" con lo scudo crociato.
Quindi bisogna attrezzarsi e riorganizzare le forze dell’Unione attorno ad un pensiero politico nuovo, al passo con i tempi, che tenga conto della "globalizzazione", che veda su diversi temi la più ampia discussione possibile ma mai il pregiudizio ideologico.
Ma si può parlare di Unione a livello nazionale, ragionare insieme su temi importanti per la vita della Nazione che poi si ripercuotono anche a livello locale e non avere a Cento la stessa spinta emotiva e di indirizzo?
No, non si può, specialmente in una città come Cento dove da anni, ben 12, governano persone che hanno tutelato esclusivamente l’interesse di pochi, dove in nome di un civismo di maniera si sono alterati equilibri politici e ambientali, dove si è creato un dissesto nell’architettura e nello sviluppo economico della città che lascerà alle future generazioni tanto lavoro e tante risorse da utilizzare purtroppo, solo per cercare di rimettere le cose a posto.
Queste affermazioni i DS le hanno fatte al congresso di marzo e qui le ripeto. Nessun accordo è possibile con una lista che ha prodotto gli scempi che vediamo. Basta solo girare e vedere. I cataclismi eccezionali che pare si riversino tutti gli anni su Cento, e ripeto solo su Cento, hanno prodotto danni enormi e sono il risultato di una cementificazione incontrollata, di un assurdo voler portare a Cento abitanti su abitanti tanto da vantarsene sui giornali: siamo arrivati a quota 32.000, chiosava il giorno prima dell’alluvione l’assessore Bianchi, sostenendo che gli abitanti crescono per la qualità della vita e dei servizi che trovano a Cento. Ma la Regione lo ha smentito precisando che "…i casi di crisi a livello locale - ha scritto Egidi (dirigente della protezione Civile Regionale) - sono da imputare a problemi di canali e fognature, che appaiono sempre più sottodimensionati rispetto all' intensità di queste piogge, ormai ricorrenti". Infatti, Cento non ha le infrastrutture per reggere nonostante da ben 12 anni si stiano spendendo soldi in progetti e lavori. Cento non ha una rete fognante adeguata e il sindaco e l’assessore competente non hanno fatto il loro lavoro, non possono scaricare le responsabilità su altri ed è per questo che abbiamo chiesto, e qui lo ribadiamo, le loro dimissioni. Sarebbe un gesto di responsabilità importante verso i cittadini che hanno subito tanti danni.
Tornando ai servizi ricordiamo che a Cento non ci sono strade veloci, non c’è la ferrovia, non abbiamo abbastanza asili, non abbiamo scuole, stanno calando gli occupati anche se questo dato è mitigato dai tanti cantieri edili. Poi sorge anche il dubbio che una volta finito il lavoro di cementificazione e costruzione e tutti se andranno, si lasceranno migliaia di appartamenti sfitti e paradossalmente tante famiglie senza casa perché non si è pensato ad una edilizia per i ceti meno abbienti, le famose "case popolari".
Queste cose noi DS le ribadiamo qui, davanti ai compagni dei Comunisti Italiani e mi dispiace che ogni tanto a qualcuno piaccia guardare indietro mentre noi vogliamo solo andare avanti. I DS ammettono che sono stati compiuti errori nel passato, penso da entrambe le parti, che hanno disorientato l’elettorato, ma la gente ci chiede oggi unità, di dimenticare i personalismi e i pregiudizi e noi dobbiamo ascoltare la gente. Non disperdiamo questo probabile consenso e proseguiamo assieme, evidenziando ai cittadini i tanti altri problemi che affliggono la nostra comunità.
Mi auguro quindi che per andare avanti insieme non si riproporrà la domanda: ma con chi stanno i DS di Cento? La nostra risposta è chiara e decisa, stiamo con chi lavora per la costruzione di una coalizione capace di porsi un obiettivo: quello di vincere le prossime elezioni comunali. Stiamo con il centrosinistra, perché siamo di centrosinistra, assieme a tutti quei movimenti ed associazioni che condividono i nostri valori. Ed intendiamo lavorare sodo pronti a progettare assieme a tutti voi la Cento di domani. E’ questo il segnale politico dei DS che invio oggi ai Comunisti Italiani e a tutti coloro che sono qui riuniti, nel momento che il PDCI fa un salto di qualità aprendo una sezione che diventa un punto di riferimento per un territorio molto importante come l’Alto Ferrarese, territorio che da sempre è considerato all’avanguardia ma sta segnando il passo, e non è un caso che molti comuni in questa zona siano governati dal centro destra.
Esorto a guardare avanti e all’evoluzione in atto nel sistema politico e a quello che porterà forse la nuova legge elettorale e quindi a mettere nel conto più soluzioni per raggiungere l’intesa, sempre pronti a ragionare su tutte le possibilità che ci possono consentire di riprendere il cammino per la riconquista del comune sempre tenendo a mente la pari dignità tra tutte le forze politiche della coalizione e che la questione morale ci deve essere sempre da guida sul percorso.
Il problema politico locale è ApC è va superato, visto che è una lista civica anacronistica, che governa ormai da 12 anni, che si dichiara non schierata, che qualunquisticamente racconta che "loro non fanno politica", come che questo sia un pregio. Va superato chi ha lavorato sempre a tampone e senza regole certe. Purtroppo questa lista, nata dopo il temporale di "Mani pulite", ha avuto buon gioco nel ritagliarsi uno spazio quando i cittadini indignati hanno ritenuto che la politica fosse tutta sbagliata e sporca. Qualcuno si è infilato in questo "vuoto" e ha preso il potere per poter fare, come Berlusconi insegna, degli affari. E noi politici, tutti all’opposizione e divisi non siamo stati capaci di invertire la rotta. I DS criticano ApC anche perché non ha mai aperto momenti di discussione e perché arrogantemente si è insinuata anche fuori dal consesso comunale, come successo recentemente in Partecipanza.
Da tempo, anche attraverso il nostro capogruppo Calzolari e il nostro giornale TabloiDS andiamo denunciando questo stato di cose, dimostrando, se ce n’era bisogno, che quello che non ci convince di questa amministrazione, lo diciamo e lo contestiamo con forza.
Ma diciamo anche che molti voti di ApC sono di centrosinistra e tutti lo sapete. Su questo tema dovremo come coalizione riflettere molto e capire bene il tessuto sociale centese, sia quello autoctono che quello arrivato da poco per impedire che al posto di ApC non vada al potere la destra ufficiale, la cosiddetta Casa delle Libertà.
Domandiamoci quali errori abbiamo commesso anche noi di centrosinistra per far sì che gli abitanti di Cento, scegliessero i civici. Se davvero è solo la spicciola risoluzione del piccolo problema specifico e personale, la buca, il lampione, che li ha resi vincenti. Ma davvero i centesi sono così superficiale da accettare di esser governati per 12 anni da coloro che si defilano anche quando si devono prendere posizioni importanti come sul conflitto in Iraq, di cui non sappiamo il pensiero perché loro, i civici dicono, non si occupano di politica?
Avrei voluto che in questi anni anche a livello Provinciale e Regionale si dicesse qualcosa di negativo sui civici, specialmente quando le opposizioni attaccavano con giusta ragione. In Provincia e in Regione governa il centrosinistra e questo avrebbe dovuto impedire certe affermazioni, del tipo: "con i civici si lavora bene". Non creiamo alibi o facili strumentalizzazioni…
La Bregoli ha detto di non credere che Cento diventerà un dormitorio, ma al tempo stesso finge di non sapere che siamo fuori da tutti i piani di sviluppo regionale. Infatti, nei momenti delle decisioni importanti per il futuro del nostro territorio noi centesi non ci siamo mai, con il risultato di perdere finanziamenti ed opportunità. Però penso al paradosso: io critico ma ApC vince, quindi a cosa ambiscono ad esempio le imprese più importanti, un tempo nostro fiore all’occhiello, che non hanno più i centri decisionali sul territorio? Ma quali aiuti finanziari e fiscali, ma quali strategie sono state messe in campo da ApC oltre alla richiesta ormai trentennale di viabilità, per incentivare gli imprenditori a scommettere su di una rinascita del "miracolo centese"?
Lottizzato il lottizzabile che rimarrà per il futuro del territorio? Forse è già tardi ma non dobbiamo rinunciare a fare sentire la nostra voce e dobbiamo fare pesare il fatto che il "centese" debole è dannoso anche per tutta la provincia e questa è una responsabilità che deve veder coinvolti anche coloro che non governano direttamente Cento.
Dobbiamo poi dire che siamo pronti a programmare con i territori limitrofi, anche extraprovinciali e portare nei luoghi decisionali progetti che abbiano ricadute più ampie dei confini locali. Come ad esempio è avvenuto per la proposta della tangenziale di Casumaro, che può interessare anche Finale Emilia e Bondeno. E’ un lavoro difficile, siamo in ritardo ma possiamo recuperare. Cerchiamo risorse umane legittimate ed autorevoli, andiamo in mezzo alla cosiddetta società civile, apriamoci velocemente alle tante associazioni, ai movimenti, ai comitati per impostare questo lavoro che servirà per fare il programma elettorale. Ed identifichiamo il candidato sindaco per avere da subito una sola voce, unitaria per tutta la coalizione.
Chiudo sulle Primarie, un momento di importante democrazia nel centrosinistra, sicuramente si potranno fare meglio ma è stata tracciata una strada. Spero che domenica saremo in tanti ad esprimere la candidatura più autorevole al ruolo di anti-Berlusconi.
Tanto altro ci sarebbe da dire ma non voglio togliere ulteriore spazio al vostro dibattito congressuale. Rinnovo i saluti a nome dei DS e vi auguro buon lavoro.
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