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 Danni da elettrosmog 

Sono oggetto di studio da tempo. Nel febbraio 2001 il governo di centro sinistra varò la legge-quadro sull'elettrosmog che mirava specialmente ad evitare l'esposizione prolungata alle piccole dosi. I valori d'attenzione (valori da rispettare in ambienti abitativi, nelle aree dove giocano i bambini, nelle  scuole e in tutti i luoghi in cui ci si ferma più di 4 ore al giorno) era ipotizzato in 0,5 microtesla.  Ma i decreti attuativi della legge sono stati fatti dal governo Berlusconi, che - rispetto ai valori ipotizzati dal centro-sinistra, ha posto la soglia d'attenzione a un livello 20 volta superiore: 10 microtesla. Eppure  ci sono accorgimenti per ridurre l'elettrosmog, accorgimenti che in alcuni comuni sono stati adottati: cambiamento delle fasi dell'elettrodotto, modifiche della distanza tra i fili. 

Anche in relazione all'elettrosmog il WWF Alto Ferrarese denuncia l'esistenza di un aumento di casi di leucemia infantile(La Nuova Ferrarra 6.5.2004) .

 

 Inseriamo una breve panoramica della situazione di ricerca:

STUDI RISULTATI
1) STUDI caso-controllo di popolazione con inclusione di misure del campo magnetico di 24-48 ore… di stime dell’esposizione basate sulla distanza dell’abitazione dalle linee elettriche… e sul carico delle linee stesse (realizzati in  Canada, Germania, Nuova Zelanda, Regno Unito, Finlandia, USA, Norvegia, Svezia ecc. - lo studio svedese è del 2000 ed è particolarmente significativo anche per le dimensioni - 3203 bambini con leucemia e 10 338 controlli) si è giunti ad una stima di rischio significativo per esposizioni uguali o maggiori a 0,4 mT (micro-tesla)… (in alcuni studi per esposizioni superiori a 0,2)…
dati confermati nel giugno del 2001 anche dalla IARC (International Agency for Research on Cancer, collegata alla World Health Organization)
2) sulla radiofrequenza (dopo il caso drammatico di Radio Vaticana) studi di Michelozzi, Kirchmayer, Capon e altri gli autori dimostrarono   per bambini e popolazione maschile un aumento di patologia leucemica pari ad almeno tre volte l’incidenza dei casi attesi a 0-4/6 km. di distanza dalla mega-stazione radio 
3) sullassociazione tra campi elettromagnetici e tumori cerebrali

3a) studio dicembre 2002 del  Cancer Epidemiol. Biomarkers Prev.

3b) studio del biologo cellulare Fiorenzo Marinelli (CNR di Bologna) presentato al Seminario Internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici tenutosi nell' autunno 2002 a Rodi. Si intendeva accertare l’eventuale effetto di onde radio di 900Mghz (le frequenze proprie delle stazioni radiobase per la telefonia cellulare) su popolazioni cellulari leucemiche (anche in relazione all’ipotesi inquietante, sostenuta da alcuni, ma non provata, di una  maggior frequenza di leucemie tra gli utilizzatori di telefonini cellulari).

L'associazione - ipotizzata negli anni '90 - non è del tutto certa,  rispetto ad allora sono tuttavia emersi nuovi dati:

3a) l’esposizione a campi ELF anche moderati ha una sorta di effetto “facilitatore” dell’azione mutagena di agenti chimici: in particolare tra i lavoratori esposti a solventi, piombo, pesticidi, erbicidi soltanto quelli esposti anche ad alti livelli di campo elettromagnetico sviluppano neoplasie (in particolare gliomi). Questa potenzialità dei campi elettromagnetici di fungere da “potenziatori/facilitatori”c - “enhancers” - dell’effetto cancerogeno di alcuni agenti chimici è un dato che andrà valutato in futuro sia mediante ulteriori indagini epidemiologiche sia mediante studi sperimentali..

3b) ha sottolineato come E' più probabile che le radiazioni non-ionizzanti danneggino indirettamente il genoma, interferendo negativamente sui meccanismi di riparazione del DNA (con possibile accumulo di mutazioni e possibile effetto cancerogeno). L'ipotesi è avanzata anche da de Pomerai (New Scientist  24 ott 2002).

I nostri tessuti e le nostre cellule usano segnali elettromagnetici, differenti per frequenza e lunghezza d’onda, per comunicare tra loro; le radiazioni elettromagnetiche di computer e cellulari interferiscono pesantemente sul funzionamento di pace-makers cardiaci e sistemi di telecomunicazione o aeroplani. Sarebbe quindi sorprendente che i campi elettromagnetici artificiali che sempre di più interferiscono con essi non abbiano nessun effetto. Negare che esse possano analogamente influenzare l’intero sistema di comunicazione elettromagnetico  che mette in collegamento tra loro le nostre cellule, tessuti e apparati è veramente assurdo (e un aspetto sottovalutato e inquietante del discorso riguarda la somiglianza tra le frequenze proprie dei telefonini cellulari e le onde alfa e delta cerebrali…(Gerard Hyland).

.........................aggiorn. 06.05.04.............................