home  | teoria

Le tre fonti e le tre parti costitutive del Marxismo

V. I. Lênin  


Prosvechtchénie, nº 3, marzo de 1913. firmato: V. I.  
Opere Complete di  V.I. Lênin,
5. ed. in  russo, t. 23, pp. 40 - 48
(tr. it. del Pdci-Cento sulla trascrizione da  The Marxists Internet Archive).


 

La dottrina di Marx suscita in tutto il mondo civilizzato la più grande ostilità e il più grande odio di tutta la scienza borghese (tanto di quella officiale quanto di quella più  liberale), la quale vede nel marxismo una specie di "setta perniciosa". E non ci si può aspettare altro tipo di atteggiamento, dato che nessuna società basata sulla lotta di classe può avere una scienza sociale "imparziale". In un modo o nell'altro, tutta la scienza ufficiale e liberale difende la schiavitù salariata,  dato che il marxismo ha dichiarato una guerra implacabile a tale schiavitù. Aspettarsi l'imparzialità dalla scienza nella società della schiavitù salariata sarebbe un'ingenuità tanto puerile come quella di aspettarsi che gli industriali fossero imparziali per quanto riguarda la questione della convenienza di un aumento dei salari degli operai diminuendo il profitto del capitale.

Ma non à tutto. La storia della filosofia e la storia della scienza sociale insegnano con tutta evidenza che nel marxismo non c'è niente che assomigli al "settarismo", nel senso di una dottrina rinchiusa in se stessa, pietrificata, sorta al margine della strada maestra dello sviluppo della civiltà mondiale. Al contrario, il genio di Marx risiede precisamente nell'aver dato risposte alle domande che il pensiero avanzato dell'umanità  aveva già posto. La sua dottrina è sorta come la continuazione diretta e immediata delle dottrine dei rappresenti più eminenti della filosofia, dell' economia politica e del socialismo.

La dottrina di Marx é onnipotente perché é esatta. É completa e armoniosa, dando agli uomini una concezione integrale del mondo, inconciliabile con tutta la superstizione, con tutta la reazione, con tutta la giustificazione dell' oppressione borghese. Il marxismo é il successore legittimo di ciò che di meglio aveva creato l'umanità nel secolo XIX: la filosofia tedesca, l' economia politica inglese e il socialismo francese.

Addentriamoci brevemente nelle tre fonti del marxismo, che sono, nello stesso tempo, le sue tre parti  costitutive.

I

La filosofia del marxismo é il materialismo. Lungo il corso di tutta la storia moderna d'Europa,  e specialmente alla fine del secolo XVIII, in Francia, dove aveva avuto luogo la battaglia decisiva contro tutti i bardami medievali, contro il feudalismo nelle istituzioni e nelle idee, il materialismo mostrò di essere l'unica filosofia conseguente, fedele a tutti gli insegnamenti delle scienze naturali, ostile alla superstizione, alla volgarizzazione, etc. Per questo, i nemici della democrazia tentavano con tutte le sue forze di "rifiutare", screditare e calunniare il materialismo e difendevano le diverse forme dell' idealismo filosofico, che si riduce sempre, in un modo o nell'altro, alla difesa o all'appoggio della religione.

Marx e Engels difenderanno risolutamente il materialismo filosofico, e spiegheranno ripetute volte quanto fosse profondamente errato prendere le distanze da esso. Dove le sue opinioni appaiono esposte con maggiore chiarezza e dettaglio é nelle opere di  Engels Ludwig Feuerbach e Anti-Dübring, le quali - nella medesima forma che  nel Manifesto Comunista - costituiscono i libri da commodino di ogni operaio cosciente.

Marx non si limitò comunque al materialismo del secolo XVIII; al contrario, portò la filosofia più avanti.  L'arricchì con  le acquisizioni della filosofia classica tedesca, soprattutto del sistema di Hegel, il quale conduceva a sua volta al materialismo di Feuerbach. La principale di queste acquisizioni fu la dialettica, cioè, la dottrina dello sviluppo nella sua forma più completa, più profonda e più esente dall' unilateralità, , la dottrina della relatività della  conoscenza umana, che ci dà un riflesso della materia in costante sviluppo.  Le più recenti scoperte delle scienze naturali - la radio,gli elettroni, la trasformazione degli elementi - hanno confermato in maniera ammirevole il materialismo dialettico di Marx, a dispetto delle dottrine dei filosofi borghesi, con i loro "nuovi" ritorni al vecchio e povero idealismo. 

Approfondendo e sviluppando il materialismo filosofico, Marx lo perfezionò e lo estese alla conoscenza della natura fino alla conoscenza della società umana. Il materialismo storico di Marx é una conquista formidabile del pensiero scientifico. Al caos e all'arbitrarietà che fino ad oggi regnavano nelle concezioni della storia e della politica, è succeduta una teoria scientifica notevolmente integrale e armoniosa, che mostra come, in seguito alla crescita delle forze produttive, da una forma di vita sociale se ne sviluppa un'altra più elevata, come, per esempio,il capitalismo nasce dal feudalismo. 

Così, come la conoscenza dell'uomo riflette la natura che esiste indipendentemente da lei, cioè la materia in sviluppo, così la conoscenza sociale dell'uomo (ossia: le diverse opinioni e dottrine filosofiche, religiose, politiche, etc.) riflette il regime economico della società.  Le istituzioni politiche sono la superstruttura che si erge sopra la base economica. Così vediamo, per esempio, come le diverse forme politiche degli Stati europei moderni servono per rinforzare il dominio della borghesia sopra il proletariato.

La filosofia de Marx é il materialismo filosofico completo, che diede all'umanità, alla classe operaia soprattutto, poderosi strumenti di conoscenza.

 

II

Dopo aver constatato che il regime economico costituisce la base su cui si erge la sovrastruttura politica, Marx si dedicò principalmente allo studio del regime economico. L' opera principale di Marx, Il Capitale, é dedicata allo studio del regime economico della società moderna , cioè della società capitalista.

L'economia politica classica anteriore a Marx si era formata in Inghilterra, il paese capitalista più sviluppato. Adam Smith e David Ricardo  nelle loro ricerche circa il regime economico avevano gettato le fondamenta della teoria del valore-lavoro. Marx continuò la loro opera. Pose con precisione e sviluppò in forma conseguente tale teoria. Mostrò che il valore di qualsiasi merce é determinato dalla quantità di tempo di lavoro socialmente necessario investito nella sua produzione.

Dove gli economisti borghesi vedevano delle relazioni tra oggetti  (scambio di merci per mezzo di altre merci), Marx scoprì relazioni tra persone. Lo scambio di merci esprime il legame che si stabilisce, por mezzo del mercato, tra i diversi produttori. Il denaro indica che questo legame si risolve ogni volta in modo più stretto, unendosi indissolubilmente in tutta la vita economica dei differenti produttori. Il capitale significa un maggiore sviluppo di questo legame: la forza-lavoro dell'uomo diventa una merce. L' operaio salariato vende la sua forza-lavoro al proprietario della terra, delle fabbriche, degli strumenti di lavoro. L'operaio impiega una parte del giorno di lavoro per coprire il  costo del  sostentamento suo e della sua famiglia (salario); durante l'altra parte della giornata, lavora gratuitamente, creando per il capitalista il  plus-valore, fonte dos profitti, fonte di ricchezza della classe capitalista.

La teoria del plus-valore costituisce la pietra angolare della teoria economica di Marx.

Il capitale, creato attraverso il lavoro dell'operaio, opprime l'operaio, rovina il piccolo artigiano e crea un esercito di disoccupati. Nell' industria, é immediatamente visibile il  trionfo della grande produzione; ma anche nell' agricoltura abbiamo a che fare con lo stesso fenomeno: aumenta la superiorità del grande sfruttamento agricolo capitalista, cresce l'impiego dei macchinari, la proprietà contadina cade negli artigli del capitale finanziario, declina e rovina sotto il peso della tecnica arretrata. Nella agricoltura, il declino della piccola produzione si veste di altre forme, ma questo declino é un fatto indiscutíbile.

Bloccando la piccola produzione, il capitale fa aumentare la produttività del lavoro e crea una situazione di monopolio per i trust dei grandi capitalisti. La produzione vera e propria va acquisendo ogni volta di più un carattere sociale - centinaia di migliaia e milioni di operai vengono riuniti in un organismo economico coordinato - mentre un pugno di capitalisti se appropria del prodotto del lavoro comune. Crescono l'anarchia della produzione, le crisi, la corsa folle ai mercati, la scarsità dei mezzi  di sussistenza per la massa della popolazione.

Nel fare aumentare la dipendenza degli operai relativamente al capital, il regime capitalista crea la grande forza del lavoro unito.

Marx ha tracciato lo sviluppo del capitalismo dai primi germi dell' economia mercantile, dallo  scambio semplice fino alle sue forme superiori, fino alla grande produzione.

E di anno in anno l'esperienza di tutti i paesi capitalisti, tanto quelli vecchi quanto quelli nuovi,  fa vedere chiaramente a un numero sempre maggiore di operai la giustezza della dottrina di Marx.

Il capitalismo ha vinto nel mondo intero, ma questa vittoria non é altro che il preludio del trionfo del lavoro sopra il capitale.

 

III

Quando il regime feudale fu messo in ginocchio, e la "libera" società capitalista vide la luce del giorno, divenne immediatamente chiaro che questa libertà rappresentava un nuovo sistema di oppressione e sfruttamento dei lavoratori. Come  riflesso di questa oppressione e come protesta contro di essa, cominciarono immediatamente a sorgere diverse dottrine socialiste. Ma, il socialismo primitivo era un socialismo utopico. Criticava la società capitalista, la condannava, la malediceva, ne sognava la  distruzione, fantasticava su un regime miglior, cercava di convincere i ricchi dell'immoralità dello sfruttamento.

Ma il socialismo utopistico non poteva indicare una reale via d'uscita. Non sapeva spiegare la natura della schiavitù salariata nel capitalismo, né scoprire le leggi del suo sviluppo, né trovare la forza sociale capace di  trasformarsi nella creatrice della nuova società. -

Nel frattempo, le tempestose rivoluzioni che accompagnavano in tutta Europa, e specialmente in Francia, la caduta del feudalismo, della schiavitù, mostravano ogni volta con maggiore chiarezza che la lotta di classe era la base e la forza motrice di tutto lo sviluppo.

Nessuna vittoria della libertà politica sulla classe feudale fu ottenuta senza una resistenza disperata. Nessun paese capitalista si formò su una base più o meno libera, più o meno democratica, senza una lotta  mortale tra le diverse classi della società capitalista. 

Il genio di Marx sta nell'essere stato il primo a sapere dedurre da là una conclusione implicita nella storia universale e nell'averla applicata conseguentemente. Tale conclusione é la dottrina della lotta di classe.  

Gli uomini sono sempre stati in politica vittime ingenue dell'inganno degli altri e di se stessi e continueranno ad esserlo fino a quando no cominceranno a scoprire dietro tutte  le  frasi, le dichiarazioni e le promesse morali, religiose, politiche e sociali, gli interessi di una o dell'altra classe. I partigiani delle riforme e dei miglioramenti  saranno sempre ingannati dai difensori del vecchio, finché non comprenderanno che ogni  vecchia istituzione, per quanto barbara e cadente appaia, si mantiene per la forza dell'una o dell'altra classe dominante. E per vincere la resistenza di queste classi c'è un solo mezzo: unire nella società che ci circonda, educare e organizzare per la lotta, gli elementi che possono - e, per la loro situazione social, devono  - formare la forza capace di levare il vecchio e creare il nuovo.

Solo il materialismo filosofico di Marx ha indicato al proletariato l'uscita dalla schiavitù spirituale nella quale vegetavano fino ad oggi tutte le classi oppresse. Solo la teoria economica di Marx ha spiegato la situazione reale del proletariato nell'insieme del regime capitalista.

Nel mondo intero, dall' America al Giappone e dalla Svezia all'Africa del Sud, si sono moltiplicate le organizzazioni indipendenti del proletariato. Esso si educa e istruisce all'interno della sua lotta di classe; si libera dai preconcetti della società borghese, acquisisce una coesione sempre più forte, impara a misurare il risultato dei suoi successi, tempera le sue forze e cresce irresistibilmente.

-------------