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PACS - tutelare le coppie di fatto 

"Difendiamo la famiglia dagli attacchi di attempati zapateristi"

Chi in questi giorni non sente parlare d'altro che di famiglia e di Zapatero, ma chi sono e cosa rappresentano?

Zapatero: leader spagnolo che ha avuto il grande torto di legalizzare le unioni tra omosessuali;

La famiglia: è un animale ormai in via d'estinzione in Italia:  i divorzi, le separazioni o le convivenze sono sempre più in aumento, l'idea felice da  "mulino bianco" è un sogno che si allontana sempre di più dalla realtà di tutti i giorni.

La lettera di Prodi al deputato DS, nonché presidente dell'arcigay, Grillini sui Patti di Solidarietà Civili (PACS) sta suscitando polemiche e frecciate al veleno da una settimana, ma sarà anche per la coincidenza della data con la caduta delle Twin Towers, che ci fa chiedere allo Stato se non ci sia niente di più attuale con cui riempire i giornali in questi giorni: a che punto è la guerra al terrorismo? E in quei paesi dove abbiamo esportato democrazia si sta agendo in maniera democratica?

Ma torniamo al futuro e discutiamo dei Pacs. In vent'anni le coppie di fatto in Italia sono triplicate e i dati sembrano tendenzialmente in crescita. Nel 1983 convivevano 1,3% delle coppie, nel 2003 il dato arriva al 3,8% e questo si riferisce solo alle coppie stabili eterosessuali senza contare chi lo fa per pochi anni in attesa del matrimonio o le coppie omo di cui non esiste un censimento neanche approssimativo. Solo alcune regioni o alcuni comuni sembrano accorgersi del fenomeno  e iniziano a regolamentarsi: a Bologna un decreto dell'allora sindaco Guazzaloca riconosce i conviventi etero  da almeno 2 anni; in Toscana si è partiti con un registro delle coppie di fatto nel comune di Pisa e ora tutta la regione ha un suo registro e nello statuto è riconosciuta una diversa forma di convivenza aperta a tutti; in Puglia Vendola cerca di cancellare i paletto etero dai diritti già esistenti. Un buon regolamento solo su base regionale o provinciale per non basta. A queste persone non sono riconosciuti dei diritti fondamentali come la liquidazione, la pensione di reversibilità o il riconoscimento all'asse ereditario in caso della morte di uno dei due e se per caso ci si ammala non si può dare assistenza in ospedale perché non si è famigliari, si è esclusi dalle assicurazioni se non specificato e dalle graduatorie per asili o case popolari

Cosa vuol dire in concreto convivere senza nessun riconoscimento? Adele Parrillo "vedova" di Stefano Rolla, regista morto nell'attentato alla caserma di Nassirya il 12 novembre 2003, per lo Stato non esiste, anche se in tutti i documenti dividevano una casa , anche se avevano gia fecondato cinque embrioni per creare una vita e quindi fare una famiglia,  lei è e resta per i nostri burocrati un fantasma. Non solo nessuno del ministero le ha dato la notizia quel giorno o ha mandato messaggi di condoglianze, ma per lei non esiste l'assicurazione sui caduti e non può neanche dividere i fondi volontari destinati alle vedove perché "NON C'ENTRA NULLA" come le è stato risposto più volte; alle commemorazioni ufficiali non c'è un posto assegnato per lei con i famigliari, se vuole partecipare può stare in piedi con il pubblico perché non ha il diritto di piangere il suo compagno come le altre vedove.

QUESTA E' LA DIFESA DELLA FAMIGLIA tanto osanna in questi giorni soprattutto dai reparti cattolici

Restiamo immobili rispetto al resto d' Europa sulla legislazione dei diritti civili per la sempre più grande invadenza della Chiesa nella vita politica del Paese e questo rispecchia molto le parole che Emile Combes pronunciò di fronte all'assemblea francese all'inizio del '900: "IL VATICANO DOPO AVER OCCUPATO LA CHIESA, VUOLE ORA OCCUPARE I PAESI"

Chiediamo comunque a Prodi di portare avanti questa battaglia, ma di non dimenticare le famiglie tradizionali di quel terzo di bambini italiani che vivono sotto la soglia di povertà; che vengano ripristinati i fondi alle regioni per gli assegni famigliari, per le strutture d'insegnamento, per gli asili e se proprio a Ruini non piace il termine "famiglia" e ci chiede di usare la fantasia per trovarle un altro nome lo faremo basta che poi siano riconosciuti gli stessi diritti visto che siamo tutti uguali non solo davanti a Dio ma soprattutto davanti allo Stato.

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Fonte "la Repubblica" del 14\15 settembre 2005