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DEDICATA A PEPPINO IMPASTASTO LA SEZIONE PDCI-ALTO FERRARESE


NELLA RIUNIONE DEL DIRETTIVO DELLA SEZIONE, IL 1O GENNAIO 2006, E' STATO DECISO DI DARE SPAZIO A CENTO AD UN SIMBOLO DELLA LOTTA PER LA GIUSTIZIA SOCIALE, CONTRO LA SPECULAZIONE e L'AFFARISMO MAFIOSO: questo č infatti il messaggio che ci ha lasciato Peppino Impastato. 

LA QUESTIONE MORALE SI PONE OGGI NEL NOSTRO TERRITORIO ANCHE IN TERMINI DI TRASPARENZA E DI NETTA DISTINZIONE TRA POLITICA  E AFFARI.

 Questa esigenza č tanto pių sentita laddove da molti anni governa una destra politicamente marcata o una destra surrettiziamente ammantata di "civismo" (come č il caso degli ultimi tredici anni di amministrazione centese).

Peppino Impastato era nato a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La famiglia Impastato era imparentata col capomafia Cesare Manzella, considerato uno dei boss che individuarono nei traffici di droga il nuovo terreno di accumulazione di denaro. 

Studente del Liceo Classico di Partinico m si avvicina alla politica: assieme ad altri giovani fonda un giornale, "L'Idea socialista" che, dopo alcuni numeri, sarā sequestrato. Peppino dedica  un pezzo giornalistico all'attivitā di Danilo Dolci, il maestro della non violenza e operatore sociale che nel marzo del 1967 aveva organizzato la "Marcia della protesta e della pace": Dolci lascia un notevole segno nella formazione politica di Peppino. 

Nel 1975 organizza il Circolo "Musica e Cultura", un'associazione che promuove attivitā culturali e musicali e che diventa il principale punto di riferimento per i giovani di Cinisi. All'interno del Circolo trovano particolare spazio ėl "Collettivo Femminista" e il "Collettivo Antinucleare". 

Nel 1977  Impastato e il suo gruppo  realizzano Radio Aut, un'emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e la sua scelta nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo č dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. 

Appare subito chiara la matrice mafiosa dell'omicidio, ma (approfittando anche dei momenti di generale attenzione dell'opinione pubblica per il contemporaneo assassinio di Aldo Moro da parte dei brigatisti rossi) le prime indagini dei Carabinieri sono orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante". Il caso giudiziario č stato chiuso e riaperto per ben tre volte, sino ad arrivare all'attuale processo, ancora in corso, nei confronti del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti e del suo complice Vito Palazzolo, accusati di essere i mandanti del delitto. Badalamenti si trovava al vertice della cupola mafiosa, insieme a Stefano Bontade, l'uomo che - secondo il giudice Borsellino e secondo il Tribunale di Palermo (*) - stava indirizzando al Nord gli investimenti mafiosi usando per questo fine lo "stalliere di Arcore" Vittorio Mangano assunto da Silvio Berlusconi  per il tramite di Marcello Dell'Utri (poi organizzatore della campagna elettorale di Forza Italia).

La madre Felicia, i fratelli e gli amici di Peppino hanno portato avanti il suo insegnamento nell'impegno per la giustizia sociale e l'avanzamento della democrazia.

Il film sulla vita di Pepppino "I Cento Passi" rievoca in modo preciso le tensioni e le speranze dei giovani degli anni '70 (ulteriori approfondimenti in http://www.peppinoimpastato.com/).

(*) procedimento penale 4578/96 nei confronti di Gaetano Cinā e Marcello Dell'Utri (condannato in I grado l'11 dicembre 2004 a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa).


 
.........................aggiorn. 11.01.06 .............................