home

Lettera alla Nuova Ferrara 25 maggio 2003 (PUBBLICATA IL 26.5.03)

La sezione del PdCI di Cento esprime forte preoccupazione davanti al fatto che il nostro distretto, in provincia di Ferrara, dall’identità ed autonomia produttiva ben radicata, ha visto sparire in questi ultimi anni uno dietro l’altro tasselli di storia della meccanica e sta vedendo ridurre la forza occupati nella piccola e media industria. La vicenda Demm rappresenta un ulteriore tassello e non certamente l’ultimo di questo “disimpegno” da un territorio, fiore all’occhiello della provincia, che a dispetto delle sue tradizioni sta scoprendo nuovi settori (edilizia, servizi e nuova imprenditoria). Ecco perché la sezione del PdCI di Cento ha deciso di incontrare la Rsu aziendale per sollecitare l’intervento delle istituzioni allo scopo di instaurare un dialogo con il management aziendale. Grazie a questo nostro interessamento OGGI 26 maggio il Sindaco nel corso del consiglio comunale che inizierà alle ore 18 dovrà rispondere ad un’interpellanza del consigliere Massimo Manderioli capogruppo di Progetto Democratico Centese circa le iniziative che la giunta intende intraprendere sul caso in questione.
La Demm spa ha acquistato l’attività’ dello stabilimento di Cento dalla New Holland Modena e ha inserito di fatto l’opificio di Cento nel Gruppo Graziano, gruppo che, a differenza di quanto faceva il gruppo Fiat, non si occupa di forniture monocommissione e dispone di 9 stabilimenti in Italia (i principali a Rivoli e Bari) , oltre a 2 fabbriche all’estero (una nel Doncaster-UK e una in India). 
E a Cento che è successo dopo quel cambio di proprietà? Negli ultimi 2 anni sono stati più volte rivisti i tempi e cicli lavorazione seguendo il buon esempio Fiat con l’assunzione di diversi operai con contratti a termine. A Cento è rimasto il lavoro “povero” di torneria e progressivamente è stata la produzione è stata depauperata di ulteriori lavorazioni portando il fatturato ad un previsionale in calo del 40% con spostamento delle commesse povere per 5 mln di euro sull’opificio indiano. Questa riduzione "indolore" si attuerà con il mancato rinnovo di 23 contratti a termine in scadenza (alcuni a fine luglio), con 10 pensionamenti, con il blocco del turn-over e la chiusura a fine commessa di una ulteriore linea che necessiterebbe di investimenti per implementazione e modifica. Il timore è che ci si avvii verso la riduzione a 250 dipendenti, permettendo alla dirigenza di attuare un piano probabilmente difficile da proporre a Rivoli, Modena o Bari….sicura di trovare meno ostacoli per lo meno politici.
Questa vicenda, se ce n’era ancora bisogno, dimostra che il diritto al lavoro e’ sempre meno tutelato: ci preoccupa, oltre che il futuro dei lavoratori Demm, il fatto che nessuno parla concretamente di dialogo, di ritorno alla concertazione, di programmi condivisi non solo con i soci esteri, ma anche con le istituzioni, con le forze sociali e con gli operai.
La crisi Demm (che parte comunque anche da scelte lontane) è, se paragonata alla crisi Fiat e dell’indotto torinese, sicuramente una goccia nel mare dei problemi dei lavoratori in Italia, ma ci preme sottolineare questo esempio come diffusivo di una sotto cultura nei rapporti azienda/istituzioni/lavoratori che si sta imponendo nel quadro della piccola e media impresa italiana.

Sezione del Pdci di Cento

 

N.B. Nella seduta del Coniglio Comunale del 26 maggio non è stato affrontato il tema dell'interpellanza sulla DEMM. Entro 30 giorni dalla presentazione dell'interpellanza, comunque, il Sindaco o la Giunta deve rispondere per iscritto. Prendiamo intanto atto che la giunta non ritiene urgente il problema. visto che non ha ritenuto di dover rispondere nel corso della seduta del 26 maggio. E intanto i lavoratori aspettano.

Vi è stato all'inizio di giugno un incontro tra Sindaco, vicesindaco e 2 assessori con la RSU, ma a parte una dichiarazione dell'assessore alle attività produttive relativamente al fatto di "stare sul collo" alla dirigenza Demm, non si è parlato di una visione di recupero del sistema produttivo industriale centese, entro il quale inserire il caso DEMM. In effetti una "politica" industriale della giunta è lontana dallo stesso pensabile "civico". Al massimo i "civici" riescono a concepire di favorire l'investimento nel mattone (con la conseguente speculazione edilizia).