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Referendum articolo 18 15-16 giugno

I risultati confermano la correttezza delle nostre ipotesi: il tema dei diritti dei lavoratori e della giusta causa per il licenziamento è troppo delicato per essere affrontato con un SI/NO a livello di scheda referendaria. 

Anche il tema elettrodotto va analizzato altrettanto approfonditamente: data per scontata la correttezza del principio del contenimento dello strapotere dei gestori della produzione e distribuzione elettrica (in un mondo - come quello italiano di oggi - completamente in mano al liberismo selvaggio), è da valutare la strada più corretta per una lotta efficace che veda protagonisti tutti gli utenti in modo consapevole, organizzato e riconosciuto.

 

  Cento Ferrara Nazionale
  art.18 elettrod. art.18 elettrod. art.18 elettrod.
% votanti 30,84 30,96 34,48 34,66 25,5

25,7

SI 6292 83,84 6260 83 33527 87,27 33757 87,05 10.572.538 86,7 86,3
NO 1213 16,16 1282 17 4890 12,73 4890 12,65 1.616.379 13,3 13,7

dati percentuali

 

La NOSTRA POSIZIONE  SUI REFERENDUM 15 GIUGNO  - presa nello scorso maggio - era la seguente:

Il referendum articolo 18 è nato sull'ondata di indignazione - espressa dalla classe operaia, in particolare dalla fiom-cgil  - per l'intenzione del governo bossi-berlusconi-maroni di togliere le garanzie sul reintegro nel caso di  licenziamento senza giusta causa. Noi comprendiamo le ragioni per cui gli operai rappresentati dalla fiom si sono rivoltati e hanno opposto alle intenzioni ricattatrici di Berlusconi la proposta di estendere l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori anche alle aziende con meno di 16 dipendenti. Tuttavia il tema è delicato e noi -come Pdci - avremmo preferito affrontarlo con una legge parlamentare. Dato però che il problema sollevato dal sindacato e appoggiato da Rifondazione Comunista e Verdi è arrivato ora al giudizio dei cittadini attraverso il quesito referendario, riteniamo che sia corretto rispondere SI nella scheda elettorale, anche se il tema non si può gestire a tale livello nella concretezza delle piccole aziende. Riteniamo comunque che ormai essendo il dado tratto, è opportuno dare un si per condannare la volontà berlusconiana di reprimere i diritti dei lavoratori.  

Lo stesso discorso va fatto sul referendum elettrodotti: l''elettrosmog è stato dichiarato "possibile cancerogeno" dall'Agenzia Nazionale per la Ricerca sul Cancro perché causerebbe la leucemia infantile. La norma che si vuole abrogare prevede l'obbligo di passaggio delle linee elettriche attraverso la proprietà di ognuno, ma il profitto per il passaggio della corrente va agli oligopoli della privatizzazione. La legge era stata fatta nel 1933 per consentire l'elettrificazione, ma oggi viene usata come un randello da tutte le aziende che liberamente possono produrre e distribuire energia elettrica. Senza una regolamentazione, si rischia il CAOS. Dopo il referedum va perciò definita per via legislativa una strada che consenta di tutelare la salute del cittadino.